9 gennaio 2015
ore 19:05
di Francesco Nucera
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2 minuti, 27 secondi
 Per tutti

Secondo gli indici climatici che abbiamo messo in evidenza sulla tendenza dell'inverno (Est QBO, El Nino Modoki, estensione della copertura nevosa)  ci sarebbero le condizioni teoriche per maggiori sviluppi di riscaldamenti stratosferici. Fermo restando che questa trattazione è rivolta ad un pubblico esperto c'è da dire che ogni stagione invernale è caratterizzata da riscaldamenti stratosferici, sebbene quelli più importanti sono quelli Major; solo questi, più rari, possono indurre importanti  stravolgimenti alla circolazione atmosferica (rottura del vortice polare) . Il riscaldamento stratosferico è una conseguenza della dinamica troposferica. In particolare nei riscaldamenti MAJOR sono importanti le onde stazionarie risonanti in troposfera (Charney e  Drazin, Labitzke e van Loon).  Non tutte le ondate di freddo alle medie latitudini sono poi il frutto di riscaldamenti stratosferici, né tanto meno bisogna scomodare sempre la stratosfera per avere delle buone invernate



Intanto Dicembre ha visto una inaspettata caduta dei flussi di calore dal basso. La stratosfera, non sollecitata, si è andata  di conseguenza raffreddando consentendo un aumento della velocità del vortice polare (indice NAM verso l'alto, è probabile che questo valore possa salire ancora nei prossimi giorni)


Si può però ipotizzare che:

1) il periodo anticiclonico atteso in Dicembre possa subire una attenuazione da fine anno (ancora non chiari i risvolti successivi)
2)  l'atteso StratWarming Major possa subire un ritardo

Cerchiamo di giustificare. Con le condizioni degli indici teleconnettivi di partenza  e con l'attuale caratteristica del vortice polare, appare molto difficile 'entrare' nella soglia di precondizionamento proposto dal lavoro di Polvani et al, dunque avere un vortice polare molto veloce (quindi AO fortemente positivo per più tempo). Un riscaldamento di tipo 'minor' è invece visto progredire dalla Siberia verso il settore aleutinico. La conseguenza sarà dapprima un rafforzamento del vortice polare stratosferico e poi un travaso del lobo verso la Siberia con ipotesi di caduta dell'indice AO. Il periodo anticiclonico del Natale sarebbe dunque un passaggio necessario per una nuova fase.


La convezione tropicale non collabora con l'Enso e mostra un indebolimento; questo vuol dire che sarà poco influente sulla circolazione atmosferica. Si nota però nelle prossime settimane una uscita dal cerchio ed un suo sviluppo sull'Oceano Indiano orientale con fase 3. Questo potrebbe ritornarci utile per il mese di gennaio. Monitoreremo!


L'evoluzione nei prossimi giorni in stratosfera evidenzia una caduta delle velocità zonali ed una ripresa dei flussi di calore. Per fine anno vedremo qualche movimento in più in troposfera con un indebolimento del vortice polare.

Infine diamo un primo sguardo d'insieme al mese di Gennaio seguendo il comportamento di alcuni anni simili. Si tratta di anomalie di pressione emisferiche.

Per certi aspetti ricorda uno dei nostri primi lavori sull'inverno con i blocchi alle latitudini settentrionali.

Molto familiare, vedremo nei prossimi aggiornamenti come andrà a finire...



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