30 aprile 2016
ore 12:04
di Daniele Berlusconi
tempo di lettura
1 minuto, 42 secondi
 Per tutti
Madesimo il 31 Gennaio 2014 nel corso di un Inverno eccezionalmente nevoso
Madesimo il 31 Gennaio 2014 nel corso di un Inverno eccezionalmente nevoso

La quantità di neve che cade sulle Alpi può variare in modo significativo da una stagione all'altra.Tuttavia prendendo in considerazione periodi di un decennio si nota come la media degli accumuli nevosi (a parità di quota) sia abbastanza simile su tutto l'arco alpino e utilizzabile per tracciare una tendenza sull'andamento della nevosità montana.

Sul versante meridionale delle Alpi l'accumulo stagionale di neve fresca è notevolmente diminuito a partire dalla metà/fine degli anni '80. Dal grafico 1 si evince che rispetto al periodo 1961-1990, negli anni '90 la quantità di neve caduta alle quote più basse (comprese tra 800 e 1500 metri), è stata inferiore del 25%. Anche i decenni successivi mostrano accumuli più bassi, seppur con una tendenza a una lieve ripresa negli anni 2000 e ancora di più nel periodo 2006-2015. In alta quota (oltre i 1500 m), dove le temperature sono più basse e quasi sempre favorevoli a precipitazioni nevose nel periodo invernale, la quantità di neve caduta negli ultimi 10 anni è stata infatti molto simile a quelle del passato.

Accumulo medio di neve stagionale sulle Alpi
Accumulo medio di neve stagionale sulle Alpi

Anche la durata del manto nevoso al suolo (grafico 2) evidenzia un comportamento simile, ma con una perdita ancora maggiore. Il decennio 1991-2000 ha fatto registrare il 41% di giorni con neve al suolo in meno alle quote basse rispetto alla media storica, deficit che si riduce solo al 9% negli ultimi 10 anni. La perdita di neve inoltre risulta più marcata nei mesi di Marzo ed Aprile, quando le temperature più elevate favoriscono una maggior fusione del manto.

Durata in giorni della neve al suolo sulle Alpi
Durata in giorni della neve al suolo sulle Alpi

In sintesi, dopo un minimo negli anni '90, negli ultimi 10 anni sembra esserci un'inversione di tendenza e una maggior nevosità in atto, soprattutto in alta quota, ascrivibile per il momento soltanto alla variabilità climatica (maggior frequenza di perturbazioni atlantiche in transito nel periodo invernale ed aumento delle precipitazioni totali), mentre le temperature medie registrano un costante e inesorabile incremento (circa 1,5°C di aumento negli ultimi 30 anni).



Seguici su Google News


Articoli correlati