Redazione 3BMeteo
11 luglio 2013
ore 12:07
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Le tre tipologie di faglia
Le tre tipologie di faglia
Un terremoto è un improvviso rilascio di energia accumulata tra due zolle della crosta che si strofinano tra loro lungo un piano di scorrimento denominato faglia. L’energia sprigionata da un terremoto è proporzionale all’attrito che si verifica lungo questi piani di faglia, maggiore è l’attrito, maggiore sarà il rilascio di energia quanto i due piani slitteranno improvvisamente.    

Esistono sostanzialmente tre tipi di faglie, faglie dirette, faglie inverse e faglie trasformi. La differenza sta nel tipo di movimento relativo di una zolla rispetto all’altra. Le faglie inverse si formano nelle zona della crosta dove c’è compressione, dove le zolle salgono una sull’altra (2). Le faglie inverse si formano nelle zone della crosta dove c’è distensione, qui le zolle si allontanano una dall’altra (1). Le faglie trasformi si formano nelle zone dove lo slittamento tra le zolle avviene orizzontalmente(3).  
 

E’ intuitivo che l’attrito maggiore nello scorrimento ci sarà dove le zolle si spingono una contro l’altra e quindi si formano faglie di tipo inverso (2). La gran parte del Pacifico è caratterizzato da faglie di questo tipo in quanto le zolle si scontrano tra loro finendo una sotto l’altra e generando fra l’altro catene montuose elevatissime (catena delle Ande). Viceversa nelle faglia di tipo diretto gli attriti sono minori in quanto le zolle si allontanano (1), l’Atlantico è caratterizzato da faglie di questo tipo. La faglia trasforme più famosa invece è quella di San Andreas in California (3). Li la placca pacifica slitta orizzontalmente verso sudest rispetto a quella americana.    

Le faglie hanno una direzione quasi sempre ortogonale o sub ortogonale rispetto alla direzione della spinta. Se la spinta è ad esempio da ovest verso est, le faglie che si genereranno saranno orientate più o meno nord-sud. Relativamente quindi a quanto accennato sulla genesi della penisola italiana, sul nostro territorio avremo due tipi di orientazioni preferenziali. La spinta occidentale, quella che ha formato l’Appennino ha generato un intero sistema di faglie che si definisce “ad andamento appenninico” in quanto orientato mediamente nordovest-sudest. La spinta africana, quella che ha formato la catena alpina ha generato invece un sistema di faglie orientato all’incirca ovest-est.

Esiste poi un sistema di faglie secondarie definito “ad andamento antiappenninico” orientato sudovest-nordest che incrocia ortogonalmente il sistema “appenninico” ma è un sistema secondario. La gran parte del terremoti è avvenuta, avviene e avverrà ancora prevalentemente lungo questi sistemi di faglie.

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