Ghiaccio e temporali. I maggiori nemici del volo
L'incidente aereo avvenuto ieri in Russia è stato causato forse dalla scarsa visibilità, fattore che rende difficili le manovre di decollo e soprattutto di atterraggio. Ma una volto che il velivolo si trova in quota subentrano diversi fattori che possono mettere a rischio la navigazione aerea. Tra questi i principali sono il ghiaccio e i temporali.
A una certa quota le temperature sono costantemente sotto zero e se si immagina che un normale volo di linea avviene ad una altitudine mediamente di 8000 metri, dove le temperature sono nell'ordine dei -40°C, è facile desumere che le probabilità di formazione di ghiaccio siano molto elevate.
Il ghiaccio viene a formarsi sulle superfici dell' aereo a causa delle gocce d'acqua sopraffuse che solidificano subito dopo l'impatto. Le nuvole possono anche contenere frammenti ghiaccio, ma questi incontrano difficoltà ad aderire sulla superficie del veivolo e di conseguenza non rappresentano un reale pericolo per il volo.
Prima del volo alcune precauzione vengono adottate in aeroporto e consistono nello spargimento sulle superfici dell'aereo di un liquido antigelo che sfavorisce la formazione di ghiaccio durante la navigazione aerea, composto da glicole etilenico che abbassa il punto di congelamento.
La possibilità di formazione di ghiaccio aumenta considerevolmente in presenza di nubi cumuliformi e soprattutto di cumulonembi, ovvero le nubi temporalesche, dove l'accumulo di ghiaccio può essere molto più rapido. In queste nuvole lo strato di ghiaccio al loro interno può essere spesso diverse migliaia di piedi e potrebbe essere necessario un cambio di altitudine o di rotta per evitare situazioni pericolose.
Volare all'interno di un
temporale è da considerarsi molto rischioso a causa della formazione di
ghiaccio, la forte turbolenza, le variazioni di pressione e la presenza di
scariche elettriche. Per questo motivo i piloti decidono in genere di aggirare la nube temporalesca o a volte anche di volare al di sopra di essa.