19 aprile 2016
ore 16:18
di Andrea Colombo
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2 minuti, 55 secondi
 Per tutti
Fulmini registrati mercoledì 13 aprile - Fonte: www.meteo.units.it
Fulmini registrati mercoledì 13 aprile - Fonte: www.meteo.units.it
Fulmini registrati mercoledì 13 aprile - Fonte: www.meteo.units.it

"Da me ha piovuto, ma a 2 km da qui neanche una goccia" -
"In un attimo siamo passati dal sole alla pioggia torrenziale" -
"Tanti lampi e tuoni, ma alla fine niente pioggia"Queste sono solo alcune delle affermazioni che inevitabilmente ci si sente di fare in presenza di scenari temporaleschi nelle nostre immediate vicinanze. Sono del tutto legittime, in quanto racchiudono l'essenza del fenomeno che si sta osservando: il temporalePer sua natura il temporale è il fenomeno meteorologico più imprevedibile, più circoscritto, ma allo stesso tempo più intenso in termini di fenomenologia associata (compresi anche i fenomeni collegati direttamente ad esso, come la grandine e i tornado). Il temporale è il fenomeno meteorologico che crea le maggiori differenze spaziali di precipitazioni. Su un isolato di una città cade pioggia torrenziale, tre isolati più a Nord si sente solo qualche tuono. Eppure è normale tutto ciò. Proviamo a spiegarvelo in modo semplice e breve. 
Durante la stagione primaverile-estiva il Sole - come ben potete immaginare anche voi - raggiunge la sua massima "potenza": è più in alto sull'orizzonte e contribuisce in modo netto e deciso al riscaldamento dei bassi strati della troposfera. Il forte riscaldamento del suolo dovuto all'azione del Sole va a vivacizzare i moti convettivi, che li possiamo immaginare come dei rapidi e incisivi movimenti dell'aria dal basso verso l'alto e viceversa. Pensate ad una mongolfiera: più è calda l'aria con la quale viene "alimentata", più veloce salirà verso l'alto. Questo è il meccanismo con il quale si sviluppano le nubi temporalesche. Queste nubi temporalesche sono per loro natura ben più circoscritte rispetto alle vaste ed ampie perturbazioni autunnali-invernali. L'estrema caoticità tipica dei moti convettivi si traduce quindi in una altrettanto alta caoticità nella fenomenologia connessa ai temporali. Trattandosi quindi di fenomeni estremamente circoscritti, rientra nell'assoluta normalità osservare differenze spesso abissali tra una zona e l'altra, anche distanti tra loro di poche centinaia di metri. Osservate l'immagine sotto.Non è altro che un violento rovescio di pioggia torrenziale, generato da una nube temporalesca. Le zone colpite si troveranno all'interno di un classico temporale, con un vero e proprio "diluvio". Ma guardate tutto attorno: ci sono chilometri e chilometri che rimangono totalmente all'asciutto...e altre che si trovano proprio sul "confine" tra la pioggia torrenziale e l'assenza di precipitazioni. Da qui si comprende immediatamente la caratteristica principale dei temporali: fenomeni estremamente localizzati.
  
Va da sè che in presenza di attività temporalesca è impossibile che su tutte le aree sulle quali si prevede temporale...il temporale effettivamente si verifica. Ci saranno sempre e comunque aree colpite e aree non colpite, ed il tutto con una casualità assolutamente normale. 
A titolo di esempio vi mostriamo questa mappa: rappresenta i fulmini caduti in Pianura Padana durante il passaggio temporalesco di pochi giorni fa, mercoledì 13 aprile. Noterete facilmente come il territorio interessato dai temporali viene colpito "a macchia di leopardo", in modo caotico. Alcune zone sono - come si dice in gergo - "centrate in pieno"; altre solo sfiorate, altre ancora del tutto saltate. Considerate che questa tipologia di distribuzione dei temporali accade praticamente sempre. E questo è un aspetto da tenerne sempre conto quando si va a consultare una previsione meteorologica estiva in un contesto temporalesco.  


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