23 ottobre 2016
ore 7:55
di Manuel Mazzoleni
tempo di lettura
1 minuto, 56 secondi
 Per tutti

Come si temeva la sonda Schiaparelli è andata distruttadurante la sua discesa sulla superficie di Marte, impattando al suolo a una velocità di circa 300 km/h. La conferma, purtroppo, arriva dal centro di comando della missione ESA in Germania, dove sono giunte le prime immagini scattate dalla sonda Mro che mostrano i rottami del lander della missione ExoMars. Secondo i tecnici dell'Esa è quasi certo che il lander sia esploso nell'impatto, dato che i serbatoi erano ancora pieni. Ricordiamo che Schiaparelli era entrato nell'atmosfera marziana alle 14.42 del 19 ottobre, smettendo di inviare segnali un minuto circa dal suo atterraggio.

I rottami della sonda Schiaparelli
I rottami della sonda Schiaparelli

Le immagini ad alta risoluzioni mostrano due nuovi elementi scuri sulla superficie marziana rispetto alla stessa immagine scattata nel maggio scorso. Uno di questi è luminoso e potrebbe essere associabile come diametro al paracadute di due metri utilizzato nella fase di discesa del modulo. L'altra macchia scura, sfumata di 15 metri per 40, si trova a un chilometro dal paracadute e potrebbe essere il rottame del modulo, scaraventato via dal violento impatto.

La causa del mancato atterraggio è da attribuire al computer di bordo che purtroppo ha impartito ordini non corretti. Il cervello di bordo ha infatti spento con largo anticipo i razzi, accendendo, invece, con largo anticipo il Dreams, ovvero la piccola stazione meteorologica.

Tuttavia non si può parlare di fallimento totale. Da Schiaparelli abbiamo avuto il 95% dei dati attesi e la tecnologia pianificata per l'ingresso nell'orbita di Marte ha funzionato. Questo sono le parole del presidente dell'Asi, Roberto Battiston che prosegue:  "La foto ci mostra che Schiaparelli è caduto esattamente dove avrebbe dovuto atterrare. Se il computer non avesse fatto un errore avremmo avuto la ciliegina sulla torta, ma la torta l'abbiamo. Da Schiaparelli abbiamo avuto il 95%-96% dei dati, l'ingresso nell'atmosfera marziana è stato perfetto e il paracadute ha funzionato a dovere. Come sempre le cose nello spazio riservano delle incognite. In questo caso ha sbagliato il computer, ma non c'è stato qualcosa di sbagliato dal punto di vista tecnico". La tecnica messa a punto per questa prima fase della missione ExoMars, ha rilevato, "è quella che ci permette di affrontare la seconda fase della missione, nel 2020".


Seguici su Google News


Articoli correlati