28 marzo 2017
ore 15:02
di Francesco Nucera
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2 minuti, 44 secondi
 Per esperti

Prosegue la fase piuttosto scialba, mite ed anche secca. Le precipitazioni in Europa mostrano questo andamento col nuovo anno

anomalie piogge gennaio-marzo 2017. Fonte NOAA
anomalie piogge gennaio-marzo 2017. Fonte NOAA

E' doveroso sottolineare che negli anni passati la situazione era tuttavia diversa con il fronte polare basso e l'inserimento di piovose perturbazioni sul Mediterraneo. Gli inverni anni 2000 risultano in media piuttosto piovosi, l'opposto del decennio precedente molto secco.

Aanomalie piogge 2000-2015. Fonte NOAA
Aanomalie piogge 2000-2015. Fonte NOAA

La riflessione più importante da fare è questa: una configurazione meteorologica una volta che si è instaurata continua nel temp secondo un regime di persistenza

Cosa abbiamo osservato?

  1. Le precipitazioni così come le temperature sul Mediterraneo 'seguono' l'andamento dell'Indice NAO in inverno (Hurrell et al, Mariotti et al) ; La NAO è un pattern di circolazione atmosferica che ha la sua 'sede' in oceano atlantico. L'indice mostra un costante sopra media in questo inverno; da qui un tempo spesso scialbo e monotono. Su scala interannuale la NAO sembra seguire il ciclo solare ma non proprio linearmente. C'è da dire che è soprattutto la NAO estiva (SNAO) ad avere una variazione più accentuata nell'ultimo decennio con questa modulata soprattutto dalle anomalie delle acque oceaniche.

  2. La troposfera si è riscaldata in concomitanza di una stratosfera più fredda nel periodo invernale. Il vortice polare tende ad intensificarsi proprio nel momento in cui dovrebbe essere più debole. Si avrebbe una diversa maturazione del vortice polare e da qui lo slittamento delle stagioni.

  3. L'Artico si è notevolmente riscaldato secondo un feedback positivo dettato dall'Amplificazione Artica. Seppur la faccenda è piuttosto controversa è possibile che questo possa incidere sul tempo delle medie latitudini (Francis et al)

  4. Il 2015 segna poi la fine de El Nino Strong, un evento superiore anche a quello del 1998. Il calore immagazzinato negli oceani non è facilmente smaltibile dalla circolazione atmosferica.

  5. Persistono, seppur meno pronunciate rispetto agli anni scorsi, anomalie termiche positive sul Pacifico settentrionale e sull'Atlantico (PDO +; AMO+). Queste potrebbero avere un impatto 'remoto' sulla situazione dell'artico ma anche nella modulazione del treno delle perturbazioni delle medie latitudini.

  6. L'East Atlantic Index è una conferma di una modifica della circolazione che ha interessato l'Europa meridionale nell'ultimo trentennio. La predominanza del segno rosso (o indice positivo) sta a significare un clima più caldo della media

East Atlantic costantemente positivo
East Atlantic costantemente positivo

Cosa si può dire? La diminuzione della variabilità meteorologica potrebbe essere dipendente non solo dalla riduzione Polo-Equatore della differenza di temperatura (nello strato 1000-500 hPa)ma anche dell'aumento del divario termico tra troposfera e stratosfera. Questo porterebbe ad avere periodi più o meno lunghi di eventi meteorologici diametralmente opposti. Tuttavia queste sono ipotesi che necessitano approfondimenti e conferme. Vi è un crescente consenso tra i modelli climatici secondo i quali il percorso delle perturbazioni si sposterebbe verso nord in risposta ad un aumento dei gas ad effetto serra (Meehl et al. 2007). Questo scenario non è proprio così scontato come rivela un recente lavoro di Matsueda et al. (2009): anche con il miglioramento della risoluzione, in futuro, ci sarebbero ancora differenze significative tra gli scenari dei diversi modelli. Del resto l' Europa è fortemente influenzata da diversi processi che sono noti per essere poco rappresentati negli attuali modelli di simulazione.


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