26 aprile 2015
ore 11:38
di Manuel Mazzoleni
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 Per tutti

Lo sciame sismico che sta colpendo in queste ore il Nepalsi colloca in una delle aree a più alto rischio sismico della Terra e che appunto interessa il nord dell'India, l'Afghanistan, la Mongolia, una vasta zona della Cina e il Nepal. Il tutto è generato dalla collisione tra la placca indiana a sud e quella eurasiatica a Nord. La prima continua infatti a "scivolare" sotto quest'ultima, avanzando verso Nord tra i 40 ed i 50 mm ogni anno.

Le varie faglie nella regione asiatica
Le varie faglie nella regione asiatica

La zona di demarcazione principale si estende a grandi linee dalle montagne del Sulaiman sino all'arco indo-birmano, passando per la catena dell'Himalaya ed il Plateau tibetano. Proprio in prossimità della catena himalayana, si collocano numerose faglie secondarie che rendono questa regione una tra le aree del mondo a più alto tasso di sismicità. Numerosi sono, infatti, i terremoti registrati nella storia, molti dei quali anche drammatici, visto anche che la zona è densamente popolata. Tra questi si ricorda il terremoto del Bihar nel 1934 di M8.1, quello del Kangra del 1905 di M7.5 e quello del  Kashmir del 2005 di M7.6. Quest'ultimi due sono anche i terremoti che hanno creato il maggior numero di vittime, uccidendo insieme oltre 100.000 persone e lasciando milioni di senzatetto. L'ultimo terremoto devastante registrato dai sismografi della regione himalayana risale al 15 agosto 1950 che ebbe come epicentro Assam, nell'India orientale, e raggiunge addirittura M8.6.

A nord dell'Himalaya troviamo l'altopiano tibetano, fonte anch'esso di numerosi terremoti lungo i sui bordi. Lungo il margine occidentale, tra il SE dell'Afghanistan e il Pakistan occidentale ( Sulaiman Ranges) la placca indiana scivola trasversalmente generando numerosi terremoti. Lungo la faglia Chaman il 30 Maggio del 1935 si verificò il terremoto di Quetta di M7.6, che uccise in Pakistan tra le 30.000 e le 60.000 persone. Spostandoci più a nord in prossimità dei Monti Pamir altre faglie secondarie sono fonte anch'esse di numerosi terremoti, tra cui quello di Sarez del 18 Febbraio del 1911 di M7.4 che uccise migliaia di persone e innescò una landside, sul fiume Murghab.

Lungo la parte settentrionale del Plateau tibetano troviamo attive tre faglie principali: Altyn Tagh, Kunlun e Haiyuan. Il Kunlun Fault, a sud del Altyn Tagh, è sismicamente il più attivo. Esso provocò l'8 novembre 1997 il terremoto di Manyi di M7.6 e il 14 novembre del 2001 il terremoto di Kokoxili di M7.8. Il Haiyuan Fault generò, invece, il 16 Dicembre del 1920 un terremoto di M7.8 che uccise circa 200.000 persone e il 22 maggio del 1927 un terremoto di M7.6 che uccise 40.912 persone.

Sul bordo orientale del Plateau tibetano troviamo il Longmen Shan,  lungo il quale nel 12 maggio del 2008 si verificò il terremoto di Wenchuan di M7.9 che uccise oltre 87.000 persone e causando miliardi di dollari in danni.
Sud-est del Tibet troviamo le faglie Xiangshuihe-Xiaojiang, foriere di numerosi terremoti con magnitudo superiore a 6. Tra essi ricordiamo il terremoto di Tonghai del 4 gennaio del 1970 di M7.5 che uccise oltre 10.000 persone. Dall'inizio del 20° secolo, le faglie Xiangshuihe-Xiaojiang hanno generato diversi terremoti di M7.0 +m compreso il terremoto di Luhuo di M7.5 del 22 aprile del 1973.

Più a Est lungo la catena indo-birmana diverse faglie tra il 1930 e il 1956, hanno generato nel sei terremoti di M7.0 + , specie lungo la faglia Sagaing, con conseguente e gravi danni in Myanmar 


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