27 giugno 2014
ore 11:20
di Daniele Berlusconi
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 Per tutti
Struttura di una supercella vista di profilo, tratta da Houze, 1993
Struttura di una supercella vista di profilo, tratta da Houze, 1993
La supercella è in assoluto il temporale più intenso e pericoloso, per la cui formazione sono necessari una concomitanza di fattori, che non lo rendono un fenomeno molto frequente, perlomeno in Italia. Di contro è molto frequente e spesso distruttiva sulle grandi pianure americane, dove se ne possono formare anche molte in un lasso spaziale e temporale molto vicino.

Il suo sviluppo richiede un’atmosfera instabile per molti chilometri di altezza e condizioni di “shear positivo” piuttosto marcate (rotazione oraria ed intensità crescente del vento con la quota). La formazione di una supercella è favorita dalla presenza di forti correnti fin verso i 50m/s (Jet-Stream) intorno ai 7-8km di quota che provocano convergenza nei bassi strati e alimentano forti moti ascensionali. La supercella è quindi costituita da un’unica cella temporalesca di grandi dimensioni, caratterizzata da un esteso vortice (mesociclone) e da un singolo updraft rotante (il cuore della supercella), spesso inclinato rispetto alla verticale. I moti ascendenti al suo interno superano il limite della tropopausa, da cui ne deriva la forma a cupola della sommità della nube convettiva.

Altre differenze rispetto ai normali temporali consistono nella direzione di spostamento non coincidente con i venti in media troposfera per via della forza di rotazione del sistema; inoltre le correnti discendenti non divergono verso l’esterno come outflow, ma sono richiamate all’interno della cella stessa, portando alla formazione della caratteristica nube dalla forma a muro (wall cloud), in seno alla quale è molto probabile la formazione di un tornado.

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