11 marzo 2014
ore 13:45
di Daniele Olivetti
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 Per tutti
Fukushima, protesta di Greenpeace
Fukushima, protesta di Greenpeace
11 marzo 2011, h 14,46: un terremoto devastante di magnitudo 9 Richter provocò un’onda anomala di 11 metri che distrusse la centrale nucleare di Fukushima. Oggi il Giappone si è fermato per un minuto di silenzio, per ricordare il terremoto-tsunami che fece 18mila tra morti e dispersi.  

Dopo 3 anni esatti dall'incidente, ancora 270000 persone non sono potute rientrare nelle loro case distrutte dallo Tsnunami, ma soprattutto non abitabili a causa dell'alto livello di radioattività. Si vive ancora nelle abitazioni provvisorie, prefabbricate, solo il 3,5 % delle abitazioni "definitive" è stato costruito nelle province di Iwate e Miyagi.  

Situazione ancora fuori controllo - Il governo giapponese ha stimato che 300 tonnellate di acqua contaminata finiscono ogni giorno nell’Oceano Pacifico, anche se la Tepco non conferma le stime. Il controllo dei tre reattori con il nocciolo semifuso si è tuttavia stabilizzato, mentre lo spostamento delle barre di combustibile esausto dalla piscina del reattore n.4 a quella comune è giunto a quasi un terzo del percorso.  

"Sono determinato ad accelerare la ricostruzione", ha dichiarato il primo ministro Shinzo Abe in parlamento, "la riabilitazione del Giappone non avanzerà senza che le regioni devastate siano rimesse in piedi". A tre anni dal disastro sono pochi i giapponesi a crederci, tra una ricostruzione che procede a singhiozzo e la bonifica che non parte.

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