1 ottobre 2014
ore 17:08
di Carlo Migliore
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 Per tutti

48 vittime ed almeno una dozzina di dispersi è il tragico bilancio ancora provvisorio dell'eruzione del vulcano Ontake, il secondo vulcano più grande del Giappone. Tutti escursionisti per lo più amanti del trekking e ciclisti sorpresi dalla furia della montagna. L'eruzione più forte dal 1979 e i vulcanologi giapponesi pensano che nei prossimi giorni l'attività per ora ridottasi, potrebbe intensificarsi nuovamente e portare ad una seconda esplosione più forte di quella verificatasi Sabato scorso. 

la cenere del vulcano ha coperto ogni cosa
la cenere del vulcano ha coperto ogni cosa

Il dubbio che avevamo sollevato nel precedente articolo riguardava la proverbiale prevenzione dei giapponesi in fatto di calamità naturali e di come fosse stato possibile non riuscire a prevedere un evento del genere. 

Il mistero è stato svelato da una dichiarazione del presidente del comitato Toshitsugu Fujii. La cenere caduta non conterrebbe magma, l'eruzione quindi non ha avuto a che fare con una risalita di magma dalle profondità del vulcano, si tratterebbe piuttosto di un'esplosione idrovulcanica, causata dal riscaldamento improvviso di una massa di acqua di falda sotto la superficie della montagna che espandendosi avrebbe causato un parossistico aumento di pressione. Questo genere di eventi non ha alcun preavviso e quindi a quanto pare non è monitorabile. Una tragica fatalità che ricorda la nostra recente tragedia in fatto di vulcani avvenuta in Sicilia a Maccalube di Aragona



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