26 marzo 2011
ore 13:30
di Manuel Mazzoleni
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1 minuto, 51 secondi
 Per tutti
26 Marzo: l’Ora della Terra
26 Marzo: l’Ora della Terra

Mancano davvero poche ore all'evento globale “Ora della Terra “ promosso del Wwf per la lotta al cambiamento climatico e per richiamare l'attenzione sull'utilizzo dell'energia sostenibile e sugli stili di vita 'a basso consumo di carbonio'. Dalle 20,30 alle 21,30 le luci si spegneranno in svariati luoghi simbolo ed edifici privati in più di 130 Paesi del mondo. L'iniziativa, giunta alla sua quarta edizione, partirà dalle piccole isole Chatham nel Pacifico alle 20.30 locali di sabato (le 7.45 in Italia) per poi passare il testimone all'Asia, all'Europa, all'Africa e alle Americhe per concludersi nelle Isole Samoa.

 

Se in Gran Bretagna Downing Street resterà all'oscuro per un'ora, in Italia l'iniziativa vedrà per la prima volta protagonisti il Duomo di Milano e Ponte Vecchio a Firenze i quali faranno compagnia al Pirellone e il Castello Sforzesco a Milano, la Torre di Pisa, Piazza del Campo a Siena, il maschio Angioino di Napoli, le Torri degli Asinelli a Bologna, la Basilica di Superga a Torino, piazza Pretoria a Palermo, la piazza del Duomo di Siracusa, la fortezza Albornoz di Urbino, la cattedrale e il Castello di Federico II a Lucera.

 

Intanto si continua a discutere su un'Italia ad emissioni zero. Secondo il Wwf l'Italia sostenibile ed a emissioni zero non e' una chimera, ma una realtà possibile e già avviata in alcune realtà del nostro territorio. Prosegue sostenendo, inoltre, che se fossero 'clonati' da tutti gli 8.000 Comuni, dalle 110 province, dalle migliaia di imprese e gruppi di cittadini presenti sul nostro territorio, potrebbero davvero trasformare l'Italia, facendo guadagnare l'intero Paese in equilibri ambientali, benessere economico e sociale, qualità della vita e sicurezza. Secondo il presidente del Wwf Italia, oggi le città sono le maggiori fonti di emissione di Co2 (circa l'80%) e nei prossimi tre decenni la popolazione globale continuerà a crescere, soprattutto nelle zone urbane. Ma come dimostrano anche i modelli virtuosi già esistenti sul territorio italiano, le città possono diventare veri centri di innovazione culturale e tecnologica e avviare dal basso il futuro sostenibile di cui l'Italia e il mondo hanno bisogno.


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