18 marzo 2023
ore 14:11
di Giorgio Kaldor
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 Per tutti

Il 18 marzo ricorre il World Recycling Day, la giornata mondiale dedicata al riciclo istituita nel 2018 dalla Global Recycling Foundation (https://www.globalrecyclingday.com/). Sebbene non sia ancora riconosciuta nel calendario ufficiale delle Nazioni Unite https://www.un.org/en/observances/list-days-weeks, questa data nasce per "riconoscere e celebrare l'importanza del riciclo nel preservare le nostre preziose risorse primarie e nel garantire il futuro del nostro pianeta". 

Secondo uno degli scenari sviluppati dall'OCSE https://www.oecd.org/publications/global-material-resources-outlook-to-2060-9789264307452-en.htm, nel 2060 potremmo arrivare infatti a consumare 167miliardi di tonnellate di materia vergine. Per questa ragione riduzione dei consumi, riuso e infine riciclo, cioè quel processo che consente di ottenere nuovi prodotti o materiali da scarti e rifiuti che hanno terminato il loro ciclo di via, sono infatti imperativi che si caricano di significato. A maggior ragione se pensiamo che, secondo la Global footprint network, il 15 maggio prossimo l'Italia "celebrerà" il suo Overshoot Day https://www.overshootday.org/newsroom/country-overshoot-days/, il giorno che indica l'esaurimento virtuale delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell'arco di 365 giorni.

Così, mentre miliardi di tonnellate https://datatopics.worldbank.org/what-a-waste/trends_in_solid_waste_management.html di rifiuti finiscono ogni anno nelle discariche, la missione del World Recycling Day è duplice: convincere i leader mondiali che il riciclo è semplicemente troppo importante per non essere una questione globale, e chiedere alle persone di tutto il pianeta di pensare al riciclo come la "settima risorsa", in aggiunta ad acqua, aria, petrolio, gas naturale, carbone e minerali.

E in Italia, quanto siamo bravi a riciclare? Secondo il rapporto Rifiuti Urbani 2022 pubblicato il 21 dicembre scorso da ISPRA https://www.isprambiente.gov.it/files2022/pubblicazioni/rapporti/rapportorifiutiurbani_ed-2022_n-380.pdf, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nonostante nel 2021 la produzione italiana di rifiuti urbani sia tornata a crescere (+2,3%), il tasso di raccolta differenziata ha raggiunto il 64%(+1% sul 2020). Manca ancora un punto percentuale per raggiungere il target europeo del 65%. Sorte diversa invece per l'avvio al riciclo: la percentuale di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti si è fermata infatti al 48,1% (era il 48,4% nel 2020), dato visto a ribasso anche a causa di criteri di calcolo più rigidi definiti in sede UE.

A livello territoriale, per quanto riguarda la raccolta differenziata, in cima alla classifica ci sono Veneto (76,2%) e Sardegna (74,9%), che registrano le percentuali più alte tra le nove regioni che superano l'obiettivo del 65%. Molto vicino a raggiungere il target l'Abruzzo (64,6%), seguito da Toscana e Valle d'Aosta. Significativo balzo in avanti per la Basilicata, che con un aumento di 6 punti rispetto al 2020 raggiunge il 62,7%. Ancora al di sotto del 50% la Sicilia (46,9%) che, tuttavia, fa segnare un progresso importante di +4,7 punti. Come negli anni precedenti, i livelli più elevati di raccolta differenziata si rilevano per la provincia di Treviso, che nel 2021 raggiunge l'88,6%, seguita da Mantova (86,4%) e Belluno (83,8%).

I risultati sono incoraggianti, ma sono sufficienti? Nonostante la ricorrenza del 18 marzo bisogna ricordare che il riciclo non è che l'ultima parte del modello di economia lineare, secondo il quale le risorse sono estratte, trasformate, usate e poi gettate via. Un modello che, a differenza dell'economia circolare, si basa sulla disponibilità continua e inesauribile di grandi quantità di materiali ed energia. Aumentare il riciclo servirà, ma non a molto, se non ridurremo il nostro impatto sul consumo di risorse. Una sfida che l'economia circolare ci può aiutare a vincere, anche grazie alla condivisione, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.


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