16 gennaio 2023
ore 14:31
di Valeria Pagani
tempo di lettura
6 minuti, 32 secondi
 Per tutti

Oggi siamo sull'orlo della sesta estinzione. Niente imponenti glaciazioni, nessun'intensa attività vulcanica o asteroidi in procinto di colpire la terra. No, la sesta estinzione è guidata dalla mano dell'uomo. Stiamo surriscaldando il pianeta e perdendo specie di animali, piante e funghi a una velocità allarmante. Il tasso globale di estinzione è già "da decine a centinaia di volte superiore rispetto alla media degli ultimi 10 milioni di anni", afferma l'ultimo rapporto dell'IPBES, la piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici. Con il nostro pesante impatto su tutti gli ambienti naturali abbiamo spezzato i fili che tengono salda la rete della vita. Ora è tempo di ricucirli questi fili. La biodiversità infatti ha un potere enorme, ci regala dei benefici che molto spesso neanche riusciamo ad immaginare. Vediamo quali sono le specie che ci possono aiutare a preservare i servizi ambientali di cui noi tutti godiamo.

Balene - Se fosse realmente vissuto, ilcapitano Achab avrebbe certamente sorriso del nostro scempio. Nel corso del XX secolo si stima che l'industria baleniera abbia ucciso circa 3 milioni di cetacei, quello che potrebbe essere considerato il più grande abbattimento di qualsiasi animale - in termini di biomassa totale - nella recente storia dell'uomo. Eppure oggi sappiamo che questi imponenti mammiferi forniscono un servizio ecosistemico di inestimabile valore: sono in grado di sequestrare grandissime quantità di carbonio dall'atmosfera grazie alle loro feci. Proprio così, le feci. Le balene infatti si alimentano nelle profondità degli oceani e defecano in superficie, producendo grandi quantità di letame ricco di ferro che va a fertilizzare e nutrire il fitoplancton. Questi microscopici organismi, appunto il fitoplancton, hanno un ruolo fondamentale nella regolazione del clima, dato che assorbono l'anidride carbonica dall'atmosfera attraverso la fotosintesi. Quando muoiono si inabissano nei fondali degli oceani, portando con loro il carbonio che avevano immagazzinato. In pratica meno balene significa molto meno fitoplancton e molta più CO2 nell'atmosfera. L'incremento del numero di cetacei negli oceani potrebbe quindi essere visto come una forma di geoingegneria per contrastare il riscaldamento globale!

Lupi- Se ai nostri piedi o accanto a noi troviamo i nostri amici a quattro zampe, dobbiamo ringraziare anche lui, il lupo. Egli e il cane appartengono alla stessa specie, ma mentre il lupo è un animale "biologicamente naturale", il cane è il risultato dell'addomesticamento e della selezione esercitata dall'uomo da almeno 12.000 anni. Ma il suo vero valore è legato alla posizione che riveste nella catena alimentare.

Il grande predatore delle foreste temperate, per anni cacciato perché percepito come una minaccia, svolge un ruolo essenziale nel mantenere in equilibrio gli ecosistemi in cui un tempo era naturalmente presente. Trovandosi al vertice della catena alimentare è in grado di contenere il numero delle sue prede (prevalentemente erbivori), la cui eventuale sovrappopolazione può cambiare l'ecosistema, il paesaggio e anche la composizione del terreno. Esempio eclatante è la trasformazione dell'ambiente avvenuta in seguito alla reintroduzione del grande predatore nel parco nazionale di Yellowstone dopo settant'anni dal suo sterminio. Nel periodo di assenza del lupo, i cervi avevano trasformato gli ambienti, rendendo brulle le sponde dei fiumi e le vallate: gli alberi di salice erano scomparsi dai prati e anche i pioppi erano sul punto di svanire. In seguito al ritorno del lupo nel 1995 le popolazioni di cervo si sono ristrette e gli alberi lungo le rive dei fiumi sono quintuplicati in altezza. Persino gli uccelli si sono ripopolati, grazie al riparo offerto dai frondosi rami, ma anche i bisonti e i castori. La ricrescita degli alberi ha stabilizzato anche le rive dei corsi d'acqua riducendone l'erosione. Sappiamo che in America gli spazi da lasciare alla natura sono più vasti, mentre in Italia questi animali si trasformano in vicini molto prossimi all'uomo. Ma anche qui la sua presenzaporta benefici a un'ampia varietà di piante e animali attraverso la limitazione degli ungulati, tra cui i cinghiali, che causano ingenti danni alle colture. In Italia il cinghiale pare essere aumentato del 400% negli ultimi 15 anni, mentre il cervo ha incrementato la sua consistenza per più del 700% dal 1980 e 2010. Proprio a partire dagli anni in cui il lupo si dichiarava quasi estinto nel nostro paese. Se non vogliamo i cinghiali in centro a Roma, ed evitare i sempre più frequenti incidenti forse dobbiamo davvero tutelare il lupo.

Castori - Il castoro europeo, scomparso 450 anni fa dal suolo italiano, è ora tornato. Cacciato quasi fino all'estinzione per la sua morbida pelliccia, è stato avvistato nei boschi del tarvisiano, in provincia di Udine. La sua presenza crea le condizioni che permettono a molte altre specie di vivere nei pressi della sua casa prediletta: gli alvei e le rive dei fiumi. Questi ingegnosi animali in Europa costruiscono solo piccole dighe, ma i cambiamenti che apportano rispetto al flusso delle acque correnti creano l'habitat ideale per arvicole, lontre, anatre, rane, pesci, insetti ed anche rifugio per uccelli e altri mammiferi. Nel Wyoming, dove le pozze che creano sono molto più grandi, danno vita a degli habitat che ospitano fino a 75 volte in più il numero di uccelli acquatici rispetto le pozze senza la loro presenza. Ed inoltre il loro operato influisce anche sulla dimensione dei pesci: in Europa le trote che vivono nei pressi delle costruzioni realizzate dai castori sono da due a cinque volte più grandi di quelle che vivono in altre parti del corso d'acqua. E non c'è da preoccuparsi sull'effetto delle loro dighe: non bloccano il flusso del fiume, come quelle artificiali costruite dall'uomo, ma ne rallentano lo scorrimento, riducendo il dilavamento, l'erosione e prevenendo anche da inondazioni.

Pipistrelli - Da lungo tempo protagonisti di leggende che li ha resi ai nostri occhi animali oscuri e pericolosi, i pipistrelli non sono per nulla una minaccia ed anzi svolgono importanti ruoli nel mantenere integro l'ambiente in cui viviamo. Per esempio i chirotteri che vivono in Italia sono tutti insettivori: ogni pipistrello può mangiare da 500 a 3000 insetti ogni notte, a dipendenza del suo peso. Questa loro azione permette di tenere sotto controllo il numero di insetti nocivi per l'agricoltura e avvantaggiare gli agricoltori sopprimendo indirettamente anche la crescita di funghi associati ai parassiti. In Australia, invece, le volpi volanti (non lasciatevi ingannare dal nome, sono pipistrelli di grandi dimensioni) sono frugivore, cioè mangiano frutti e ne disperdono i semi, giocando un ruolo cruciale nell'impollinazione di numerose piante, tra cui 450 specie utilizzate all'uomo per scopi commerciali. Questi mammiferi che volano sono anche oggetto di studio nella ricerca medica, capire il funzionamento del loro sistema immunitario potrebbe aiutarci a curare il cancro e altre gravi malattie.

Api - Ed eccole le impollinatrici per eccellenza, senza le qualiil nostro sarebbe un monotono e sterile mondo: le api. Sono così importanti che senza di loro gli ecosistemi crollerebbero. L'impollinazione è il più grande aiuto ai raccolti agricoli, contribuendo ben al di là di qualsiasi altra pratica di gestione umana. Almeno 90 delle principali colture commerciali a livello mondiale dipendono dall'impollinazione delle api per la sopravvivenza. Senza le api non ci sarebbero le mandorle. Senza le api scomparirebbero mele, mirtilli, ciliegie, avocado, cetrioli, cipolle, pompelmi, arance, zucche, cacao, caffè e molti, molti altri alimenti che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole. Senza di loro la nostra sicurezza alimentare sarebbe solo una chimera.



Seguici su Google News


Articoli correlati