50 anni fa il disastroso terremoto del Belice, 15 Gennaio 1968
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Titolava così il giornale di Sicilia all'indomani del terribile disastro che aveva colpito le comunità occidentali dell'Isola. 400 vittime e 1000 feriti, bilancio provvisorio che verrà poi ridotto nei giorni a venire a 352 vittime e 576 feriti. Un terremoto violento, secondo per energia a quello che aveva colpito Messina nel 1908, con una magnitudo momento Mw di 6.3. La scossa colpì alle 3.15 del mattino del 15 gennaio con un epicentro tra i comuni ci Gibellina, Salaparuta e Poggioreale rendendo tristemente famosi quei luoghi che fino ad allora, gli italiani del miracolo economico degli anni 60, non avevano mai sentito nominare.
L'area danneggiata in modo più rilevante fu molto vasta, all'incirca un triangolo che va, ad ovest, da Menfi a Salemi, attraverso Partanna e Santa Ninfa e, ad est, a Poggioreale attraverso S. Margherita. Ciò nonostante il numero delle vittime fu limitato, perché prima della scossa principale vi erano state 3 scosse per così dire anticipatrici, nella giornata del 14 gennaio di magnitudo compresa tra 4.9 e 5.2 che avevano fatto diversi danni, alcuni anche gravi e messo in allarme tutta la popolazione.
Sul terremoto del Belice del 1968 di cui Lunedì ricadrà il 50esimo anniversario restano aperti ancora molti interrogativi scientifici, non è nota la profondità dell'ipocentro che si ritiene fosse compreso tra 28 e 36km, abbastanza profondo quindi e solo recentemente in uno studio di Barreca del 2014 viene individuata una famiglia di faglie che si ritiene possa essere stata quella responsabile del sisma, la stessa che in tempi remoti avrebbe anche causato la distruzione della città greca di Selinunte di cui oggi la provincia di Trapani conserva le antiche vestigia. La sequenza sismica contò migliaia di terremoti e si arrestò solo nel mese di febbraio del 1969, oltre un anno quindi.