4 novembre 2011
ore 8:00
di Manuel Mazzoleni
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 Per tutti
Il 20% della Capitale è allagata
Il 20% della Capitale è allagata
La furia delle piogge non conosce confini, tant'è che anche dall'altra parte del mondo, in Thailandia, l’emergenza alluvioni è allarmante. Da settimane la capitale, Bangkok, lotta incessantemente nel tentativo di non essere invasa dell'acqua. Una lotta solo in parte vinta. Se infatti il cuore della “Venezia orientale” è perlopiù asciutto, la parte settentrionale ed occidentale della metropoli è invece sommersa dall'acqua. Secondo le autorità locali circa il 20% del territorio urbano è interessato dagli allagamenti ed al momento non si conoscono il numero delle persone colpite.

Una situazione resa ancora più critica dalla scarsità di cibo e delle precarie condizioni igieniche. L’acqua che arriva così in abbondanza non è potabile e le scorte di quella “buona” si fanno sempre più scarse.

In totale, le autorità hanno chiesto lo sgombero di otto distretti, su un totale di cinquanta che formano la megalopoli asiatica di 12 milioni di abitanti e l’evacuazione parziale di altri quattro. Ma molti residenti hanno scelto di restare nelle proprie case, malgrado il pericolo di malattie legate all’acqua, alla presenza di cavi elettrici scoperti e alle difficoltà di approvvigionamento di cibo e acqua potabile.

In alcune aree di Bangkok e dintorni, fra cui la zona di Mahasawad Station, l’acqua potabile è contaminata; le autorità hanno ridotto a due i periodi della giornata, tra le 6 e 9 del mattino e 17 – 20 della sera, in cui la cittadinanza può rifornirsi dalle autobotti.

I morti in tutto il Paese, dallo scorso luglio, sono saliti a 437, delle 77 province della nazione ben 63 sono state colpite dalle inondazioni, solo in 38 di esse l’emergenza è rientrata e si sta provvedendo al ripristino del territorio ed alla ricostruzione di case ed edifici.
Una situazione che avrà gravi ripercussioni sull'economia dell'intero Paese, dove al momento sono più di 10.000 le aziende chiuse. Il governo ha già fatto sapere di aver sviluppato un piano di assistenza per le vittime delle inondazioni, ma molti cittadini della periferia di Bangkok si stanno lamentando poiché le loro case ed i loro negozi sono stati “sacrificati” per salvare il centro della città, ovvero centri commerciali e negozi di lusso.

La Thailandia ora ha bisogno anche della solidarietà delle altre nazioni, la prima ad aver stanziato ben 12.800.000 dollari per l’emergenza alluvione è stato il Giappone che quando aveva dovuto affrontare anch’esso le conseguenze di un altro disastro aveva ricevuto da Bangkok un cospicuo sostegno. Le alluvioni hanno causato anche pesanti ripercussioni nel mercato internazionale dei computer, in particolare nell’approvvigionamento degli hard disk su scala mondiale. Stime delle società del settore riferiscono che il 40% dei “dischi fissi” proviene dalla Thailandia, secondo esportatore al mondo dopo la Cina.
Si lotta per salvare il Centro
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Emergenza anche sanitaria
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