Redazione 3BMeteo
6 luglio 2022
ore 17:57
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Ozono troposferico: inquinante estivo dovuto a caldo e forte irraggiamento solare
Ozono troposferico: inquinante estivo dovuto a caldo e forte irraggiamento solare

OZONO TROPOSFERICO, INQUINANTE ESTIVO - Con l'estate si ripresenta il problema dell'Ozono troposferico, un elemento inquinante a tutti gli effetti. Meno noto della CO2 o del PM10, esso rappresenta tuttavia un agente inquinante altrettanto pericoloso, che colpisce principalmente nei periodi di maggior intensità solare e di calore.

Più nel dettagli l'Ozono (O3) è un gas naturale che si forma in atmosfera ad una quota mediamente compresa tra i 10-15 km fino ai 30 km circa, nella così detta stratosfera. Da essa prende appunto il nome di Ozono Stratosferico o anche in gergo definito "Ozono buono", perché la sua presenza risulta di vitale importanza per la vita terrestre, in quanto fornisce un eccellente schermo in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette (UV), potenzialmente cancerogene. Tuttavia circa il 10% dell'Ozono in atmosfera è contenuto in un livello inferiore, ovvero nello strato sovrastante la superficie terrestre, nella troposfera.

Da esso deriva il termine Ozono Troposferico o anche detto "Ozono cattivo" in quanto dannoso per la salute umana e la vegetazione. Di per se l'ozono troposferico non è un inquinate primario, ossia emesso in atmosfera direttamente, ma è un inquinante secondario, prodotto dalla reazione dell'ossigeno con il biossido di azoto (NO2) e il contributo dei composti organici volatili (COV), in presenza di forte irraggiamento solare e di elevate temperature.

Ne consegue che le concentrazioni di ozono sono nettamente più elevate nelle ore pomeridiane dei mesi estivi, anche se variano molto in funzione delle condizioni meteorologiche. Ecco perché in estate, quando la radiazione è maggiore e quindi è superiore l'energia a disposizione per favorire l'ossidazione, l'inquinamento da ozono è estremamente più elevato rispetto ai restanti mesi dell'anno. Tuttavia l'Ozono troposferico nel ciclo naturale si forma ma anche si distrugge, quindi da dove deriva l'accumulo? In aria inquinata da scarichi veicolari, in presenza di VOC incombusti e forte irraggiamento, il monossido d'azoto (NO) non interagisce più solo con ozono nel ciclo di distruzione, ma viene catturato e contemporaneamente trasformato NO2. Da qui ne consegue uno sbilanciamento a favore del ciclo di formazione a scapito di quello di distruzione e di conseguenza un accumulo di O3 in atmosfera. Purtroppo oltre alla formazione di ozono si ha anche la formazione di altri inquinanti spesso tossici, regolati da reazioni chimiche assai complesse e che il più delle volte coinvolgono il radicale OH (lo spazzino dell'atmosfera).

CONCENTRAZIONI DA ALLERTA IN ITALIA - Quando le concentrazioni di Ozono raggiungono i 120-180 microgrammi per metro cubo si ha la soglia di informazione; superati i 180 si entra nella soglia di allerta, quindi di allarme dai 240 (concentrazione intesa mediata su un'ora). Nel pomeriggio odierno ad esempio diverse aree rientrano nella fascia di concentrazione 120-180, ma in alcuni casi superano anche i 180-200, in particolare al Nord Italia. Dalla sera le concentrazioni tenderanno a diminuire, pertanto l'esposizione è nettamente maggiore nelle ore centrali e più calde del giorno. 

EFFETTI SULLA SALUTE - L'ozono è un forte ossidante, in grado di attaccare i tessuti dell'apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare. La maggior parte di questi effetti terminano tuttavia una volta che non si è più esposti a elevati livelli di ozono, ma è noto che possano sussistere anche danni derivati da ripetute esposizioni di breve durata. I soggetti più a rischio sono in primis i bambini, seguiti dai soggetti sani che fanno attività all'aperto, persone affette da malattie polmonari, persone con una particolare suscettibilità all'ozono. Elevate concentrazioni hanno anche impatto sulla vegetazione, limitandone la crescita e nei casi più gravi determinando anche necrosi delle foglie. 


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