7 marzo 2023
ore 13:42
di Edoardo Ferrara
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Salvaguardia degli oceani, raggiunto uno storico accordo
Salvaguardia degli oceani, raggiunto uno storico accordo

STORICO ACCORDO PER PROTEGGERE GLI OCEANI - Dopo quasi 20 anni di trattative è stato finalmente raggiunto l'accordo tra i vari stati membri dell'Onu con la definizione di un Trattato per l'Alto Mare. Si tratta di un passo storico per la tutela delle acque del nostro pianeta: l'obiettivo prefissato è infatti quello di proteggere il 30% della porzione alto mare degli oceani entro il 2030. Ad oggi di fatto poco più dell'1% delle acque d'alto mare risulta protetto e quasi l'8% delle acque globali.

COS'E' L'ALTO MARE - Per definizione l'alto mare è quella porzione di oceano, maggioritaria, che non appartiene ad alcuno Stato in quanto oltre le acque territoriali nazionali ovvero a circa 200 miglia dalla costa. Si tratta di un territorio vasto che rappresenta circa il 60% degli oceani e quasi il 50% dell'intera superficie terrestre. Va da sè che entro questa vasta porzione vengono ospitati preziosi e variegati ecosistemi, assolutamente da preservare anche per la nostra sopravvivenza, senza contare che gli oceani hanno anche un importante ruolo climatico e di stoccaggio dell'anidride carbonica. Il trattato è dunque lo strumento chiave per raggiungere l'obiettivo dell'accordo di Kunming-Montreal (il quadro globale per la biodiversità per questo decennio, raggiunto alla COP15 dello scorso dicembre a Montreal) di arrivare ad almeno il 30% di protezione degli oceani del mondo entro il 2030, il livello minimo di protezione necessario per tutelare il nostro 'oro blu'. 

COSA PREVEDE IL TRATTATO - Vengono stabiliti nuovi, stringenti, requisiti per la gestione delle attività antropiche che hanno impatto sugli ecosistemi marini, prime tra tutti l'estrazione mineraria e la pesca. Si prevedono dunque limiti o divieti di queste due attività nelle aree che saranno protette, oltre a una revisione delle rotte marittime. C'è inoltre da considerare l'aspetto delicato della condivisione delle risorse genetiche marine, uno dei punti di più forte discordia degli Stati membri del trattato e che ha allungato di molti i tempi della sua ratificazione. Lo studio e analisi del bagaglio genetico di organismi quali alghe, coralli, batteri, spugne hanno infatti importanti implicazioni mediche e cosmetiche. 

Ci sono ancora alcuni elementi da definire nel quadro di azione di protezione: ad esempio per alcuni Stati la tutela va limitata all'uso sostenibile delle risorse marine, per altri la protezione deve essere totale. Ad ogni modo ci saranno maggiori aree tutelate in cui sarà garantita la conservazione della biodiversità e delle specie marine. Il testo del trattato è ancora nella fase di revisione, alla quale seguirà l'effettiva entrata in vigore: a seguire ci vorrà comunque probabilmente qualche mese affinchè tutti gli Stati membri si adeguino in modo concreto alle linee guida, ma intanto si è già fatto un primo grande passo. 


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