Redazione 3BMeteo
27 maggio 2020
ore 20:40
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 Per tutti

Mentre gli sforzi internazionali continuano a concentrarsi soprattutto sulla sperimentazione di un vaccino, l'epidemia di Coronavirus continua a mietere vittime in tutto il mondo raggiungendo ad oggi la terribile cifra di 350mila  vittime e di oltre 5 milioni e mezzo di infetti. L'italia assieme a tutti gli altri paesi colpiti ha deciso di riaprire le attività in piena sicurezza ma le condizioni di contagio non sono ancora del tutto note alla comunità scientifica. Molti studi sono ancora in corso sulle modalità di trasmissione e soprattutto sulla resistenza del patogeno al di fuori del corpo umano sulle superfici. Sembra infatti che una delle cause principali della diffusione dei primi contagi, all'inizio dell'infezione si stata la prolungata resistenza in vita del covid-19 sulle superfici interne soprattutto non porose delle camere degli ospedali.

Un nuovo lavoro pubblicato dall'università di Oxford presso la Infectious Diseases Society of America ha verificato gli effetti che la luce solare ha sul virus presente sulle superfici esterne e sulle goccioline di saliva. Lo studio è stato effettuato ricreando artificialmente la luce e la radiazione solare rappresentativa del solstizio d'estate a 40 °N latitudine al livello del mare in una giornata limpida e ricreando artificialmente anche le particelle di saliva che normalmente contengono il virus nelle persone infette. La differenza tra la sopravvivenza del virus in ambienti interni e in quelli esterni irradiati dalla luce solare e quindi dagli UVB è sostanziale,  in ambienti interni il virus può sopravvivere su superfici non porose dai 3 ai 5 giorni mentre i risultati ottenuti con luce solare artificiale mostrano che all'esterno la luce solare riesce a disattivare rapidamente la SARS-CoV-2 in saliva sospesa e su superfici non porose. Il 90% del virus è stato reso inattivo dopo 6,8 minuti nella saliva sospesa e dopo 14,3 minuti in saliva su superficie.  Il presente studio fornisce la prima prova che la luce solare può inattivare rapidamente SARS-CoV-2 sulle superfici, suggerendo che la persistenza, e quindi il rischio di esposizione, possono variare significativamente tra ambienti interni ed esterni. Inoltre, questi dati indicano che la luce solare naturale può essere efficace come disinfettante per materiali non porosi contaminati.


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