23 aprile 2017
ore 13:34
di Carlo Migliore
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1 minuto, 29 secondi
 Per tutti

C'è un posto nel mondo chiamato "Iceberg Alley" letteralmente strada o percorso degli iceberg, un lembo meridionale del Mare del labrador che costeggia l'isola canadese di Newfoundland dove ogni anno nel periodo primaverile-estivo si addensano centinaia di Iceberg che si sono staccati dalla banchisa artica. Se fino a qualche decennio fa si trattava solo di uno straordinario spettacolo, ultimamente quella zona è diventata luogo di caccia, caccia agli enormi blocchi di ghiaccio. Un vero e proprio business milionario per il quale si sfidano le intemperie e le temperature rigide di quella particolare zona.

Cacciatori di Iceberg in piena attività nel mare di Labrador
Cacciatori di Iceberg in piena attività nel mare di Labrador

Ma cosa se ne fanno le persone di un iceberg? Beh se pensate che il ghiaccio che costituisce un iceberg può avere un'età inferiore ai 12mila anni ed è costituito da acqua praticamente incontaminata, potrete anche facilmente immaginare a chi o a cosa potrebbe servire. Acqua purissima per il consumo diretto, imbottigliata come un pregiatissimo vino e venduta diverse decine o persino centinaia di  euro al litro oppure utilizzata per produrre alcolici di lusso, in particolare vodka.

L'industria della caccia agli iceberg è diventata cosi importante che gli americani hanno ben pensato di farci addirittura una serie televisiva dove si raccontano le vicende di un gruppo di uomini in mare aperto, completamente in balia di madre natura, di fronte a tempeste, ipotermia, nebbia fitta, che fa di tutto per catturare degli enormi iceberg.  Un'industria che apparentemente non toglie nulla all'ambiente visto che queste enormi montagne di ghiaccio sono comunque destinate a sciogliersi, ma da alcuni anni visto il diffondersi di questa "febbre" gli ambientalisti si stanno chiedendo che tipo di impatto potrebbe avere questa attività sull'ecosistema oceanico.


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