Calabria: l'alluvione del gennaio 1973
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Per tutti
Innumerevoli furono crolli ed allagamenti, per non parlare delle frane che isolano parecchi comuni nella provincia di Reggio, obbligando i loro abitanti all’evacuazione. Il numero delle interruzioni alle vie di comunicazioni è altissimo: impraticabile è infatti la statale 106, così come il tratto ferroviario Reggio Calabria – Catanzaro e parte dell’Autostrada del Sole. Del tutto impossibili, invece, i collegamenti fra i centri della costa, per frane, crolli e mareggiate che hanno asportato in più punti interi tratti di massicciata. La parte alta di Reggio Calabria viene invasa dalla piena del torrente Sant’Agata.
Vengono sgomberati i centri di Careri e Bovalino, mentre sinistrate risultano Marina di Gioiosa Jonica e Catanzaro Lido, invasa dalle acque del torrente Corace e da una mareggiata. Tutto l’entroterra è inoltre sconvolto da estesi fenomeni franosi, come dimostra l’evacuazione dei centri di San Luca e di Fabrizia. Complessivamente, l’ottanta per cento delle terre e delle infrastrutture dell’Aspromonte, della Sila sud occidentale, delle Serre, della piana di Gioia Tauro e del litorale jonico vengono completamente devastate. Concordemente a quanto segnalato da fonti governative, tra Sicilia e Calabria le vittime registrate saranno una ventina, cinquantamila saranno i senzatetto, le case inagibili o sventrate oltre diciassettemila. I danni saranno stimati superiori ai novecento miliardi.