28 febbraio 2019
ore 12:38
di Lorenzo Badellino
tempo di lettura
2 minuti, 18 secondi
 Per tutti
La scomparsa degli stratocumuli porterebbe ad un forte aumento della temperatura media sulla Terra
La scomparsa degli stratocumuli porterebbe ad un forte aumento della temperatura media sulla Terra

Le condizioni primaverili che stiamo vivendo in questi giorni ci sensibilizzano sui cambiamenti climatici in corso e sul riscaldamento globale. Temperature che per essere a fine febbraio risultano molto elevate e non solo in Italia, ma anche su altre zone dell'Europa occidentale. La causa è l'anticiclone dal cuore caldo che si è stanziato su determinati paesi facendo schizzare la colonnina verso l'alto, in alcuni casi su valori da record per il periodo. E' anche vero che per un'analisi più completa non ci si dovrebbe limitare ad osservare quel che accade solo dalle nostre parti, ma bisogna allargare lo sguardo all'intero Pianeta. Tant'è che se da noi fa un caldo eccessivo, contemporaneamente in altri luoghi l'inverno sta esprimendo il meglio di sé con tempeste di neve e gelo, come è accaduto fino a pochi giorni fa sull'Europa dell'est o su parte degli USA. Ma questi non sono che singoli eventi, pur estremi, non sufficienti a creare allarmismo tale da giustificare il global warming. Lo è piuttosto la frequenza con cui questi si manifestano, sia per quanto concerne le situazioni di caldo anomalo, sia per quelle caratterizzate da gelo intenso e intense nevicate. Il riscaldamento globale è fuori discussione ed è proprio lui l'artefice sia delle ripetute ondate di caldo fuori stagione che dei contemporanei picchi invernali, magari in zone solitamente più miti.

A dar man forte a questa osservazione ci si è messo di recente uno studio pubblicato su Nature Geoscience, secondo il quale esiste una correlazione tra la quantità di anidride carbonica e la presenza delle nuvole. Tanto più la prima è presente in atmosfera, tanto più è veloce il diradamento delle altre. Secondo alcune simulazioni un incremento di anidride carbonica di tre volte rispetto a quello attuale potrebbe portare a una drastica riduzione della copertura nuvolosa, con un conseguente innalzamento di 8° della temperatura media della Terra.

Il clima sul nostro Pianeta diventerebbe simile a quello di 50 milioni di anni fa, con i coccodrilli che popolavano l'Artico e l'Alaska ricoperta di palme. In particolare, le nubi che potrebbero subire la maggiore riduzione sono i cosiddetti stratocumuli, in grado di riflettere tra il 4 e il 7% delle radiazioni solari e quindi di limitare il riscaldamento. La presenza di anidride carbonica tende però a dissolvere, almeno parzialmente, la presenza di stratocumuli e negli ultimi decenni la sua concentrazione è aumentata continuamente. Con essa anche la temperatura media della Terra. Simulando un aumento di CO2 pari a tre volte tanto rispetto a quello attuale i ricercatori hanno avuto come risultato un diradamento pressoché totale degli stratocumuli, con conseguenze facilmente immaginabili.


Seguici su Google News


Articoli correlati