26 luglio 2022
ore 15:37
di Edoardo Ferrara
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 Per tutti

SITUAZIONE GHIACCI ARTICI AL GIRO DI BOA DELL'ESTATE 2022, VA MENO PEGGIO DEL SOLITO - Secondo le ultime analisi del National Snow and Ice Data Center l'estensione dei ghiacci artici, pur mantenendosi ben sotto la media trentennale 1981-2010, risultava al 17 luglio la più alta dal 2015 (in relazione chiaramente allo stesso periodo degli anni precedenti). La fusione di ghiaccio più rilevante riguarda il Mar di Laptev (sul quale si affaccia la Siberia), come di fatto è accaduto negli ultimi anni ma con una differenza: quest'anno la perdita di pack Artico su questo settore risulta meno estrema e drammatica rispetto alle annate 2020 e 2021, quando invece è stata da record. Altra notizia più confortante è che almeno per quest'anno la perdita di ghiaccio sta seguendo il trend medio e non è drammaticamente rapido come gli ultimi 6 anni (ad esclusione del 2018). Ad ogni modo come detto siamo generalmente sotto la media come estensione, non solo sul Mar di Laptev ma anche ad esempio sul Mar di Barents.

Le anomalie termiche della prima parte di luglio mostrano segnali contrastanti in sede artica: nel comparto euro-asiatico, in particolare nell'area compresa tra Mar di Barents, Laptev e il Polo Nord, le temperature a circa 700-800m di altezza sono risultate sotto la media dai 3 ai 6°C. Per contro però nel lato nord americano le temperature sono risultate sopra la media fino a 8°C, in particolare sull'Arcipelago Canadese occidentale e sul Mar di Beaufort sud-orientale. A livello barico, una bassa pressione quasi stazionaria e intensa ha perseverato tra il Polo Nord e il Mar di Laptev, concentrando in loco l'aria fredda: un'isola 'felice' in un mare di temperature sopra la media. 

SITUAZIONE COMUNQUE CRITICA - Il fatto che quest'anno il rate di fusione sia, per ora, meno drammatico degli scorsi anni non implica che la situazione sia positiva, anzi. Per esempio nel giugno 2022 la copertura nevosa era particolarmente bassa, evidenziando un rate di fusione più rapido della media. Secondo i dati del centro Rutgers Snow Lab, la copertura nevosa nel nostro emisfero nel giugno 2022 era la più bassa registrata dal 1967, dietro solo alle annate 2012 e 2015. Secondo diversi studi un cambio di assetto della corrente a getto può promuovere ondate di calore fin oltre il Circolo Polare Artico. Contestualmente una fusione più rapida di neve sulla terraferma induce un feedback positivo per il quale le stesse terre si scaldano più facilmente e rapidamente per maggior assorbimento della radiazione solare indotta dalla perdita dell'effetto albedo. Altri studi mettono inoltre in relazione la precoce fusione della neve con le ondate di calore estive alle medie latitudini (Zhang et al., Connolly et al). 


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