Clima: quando la normalità ci porta fuori strada...
Uno dei grandi 'tormentoni' dei seguaci del tempo meteorologico è il concetto di normalità. Partiamo dal concetto che, volenti o nolenti, siamo tutti succubi delle condizioni del tempo. In effetti una delle prime cose che facciamo appena svegli è quello di guardare fuori dalla finestra... Per molti normalità significa sentirsi a proprio agio; per altri che invece sono più raffinati, la normalità è ciò che è conforme ad una regola. Le vicende meteo climatiche sono tali che, a lungo andare, ci fanno entrare in una sorta di paradosso, in cui la normalità non è altro che un'anomalia di cui si fa abitudine. A dire il vero non si capisce il perchè il tempo debba seguire degli schemi prefissati...
A prescindere dal fatto che se esiste la normalità vuol dire fare esistere l'anomalia, per trovare una giustificazione su di un qualcosa di 'strano', la strada più congeniale in ambito meteo climatico è quello di asserire che è tutta colpa di un clima impazzito. Questa asserzione trova un alleato nella memoria storica sulla meteorologia che è decisamente corta. Più che dimenticare i tempi che furono, ci si ricorda di quello che più è conveniente. Potremmo pure sforzarci di trovare una giustificazione ma il problema viene anche da una parte della scienza che usa questi (pre) concetti per usarli come il proprio cavallo di battaglia...
Il clima anch'esso è soggetto alla moda del momento. Se per un lungo periodo dominano gli anticicloni africani e d'inverno non piove e non nevica spunta l'effetto serra. Se invece fa più freddo del normale e nevica come una volta allora è...sempre l'effetto serra!! Negli anni 90, quando pioveva poco e faceva caldo anche d'inverno lo scenario climatico, fatto passare poi per un problema quasi certo, è che gli anni 2000 sarebbero stati soggetti a maggiori periodi siccitosi e che le nostre montagne avrebbero avuto sempre minor apporti di neve. Guardando le cose come stanno forse siamo fuori strada...