31 gennaio 2023
ore 10:35
di Federico Brescia
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Livelli di smog preoccupanti in Italia
Livelli di smog preoccupanti in Italia

In Italia il livello di smog sta diventando un problema sempre più serio e ben 29 città superano i limiti di polveri sottili, mentre in 72 la salute sarebbe messa a rischio. Questo è quanto stipulato dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Le città che osservano i dati peggiori e più allarmanti sono al Nord e nelle prime 6 posizioni troviamo Torino, Milano, Asti, Modena, Padova e Venezia, tutte in Pianura Padana. 

Nel 2022 per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) e del biossido di azoto (NO2) queste città hanno di fatto doppiato il numero di sforamenti consentiti. Un problema per il presente e soprattutto un'ipoteca per il futuro in vista dei nuovi limiti imposti al 2030. Se infatti sempre per il PM10 l'analisi delle medie annuali ha mostrato come nessuna di esse abbia superato il limite previsto dalla normativa vigente, secondo i limiti indicati al 2030 sarebbero infatti solo 23 su 95 (il 24% del totale) le città che non hanno superato la soglia indicata per quella data (20 microgrammi per metro cubo d'aria).

Lo smog causa innumerevoli decessi, bisogna adottare soluzioni immediate. "L'inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza" dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. "In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l'Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da Pm2.5, pari a 1/5 di quelli rilevati in tutto il continente" precisa Ciafani e continua - "in ambito urbano bisogna fare importanti investimenti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell'uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l'uso dell'auto privata".  

Le città italiane sono costrette a lavorare duramente per adeguarsi ai nuovi limiti entro i prossimi sette anni, soprattutto considerando che i trend di riduzione dell'inquinamento finora registrati non sono incoraggianti" conclude Minutolo.  


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