22 novembre 2022
ore 23:30
di Carlo Migliore
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1 minuto, 20 secondi
 Per tutti

Scene come il mare che sorpassa la battigia e penetra all'interno dei centri abitati allagando strade e case e costringendo le autorità ad evacuare parte della popolazione, non sono certamente da tutti i giorni. Sono eventi estremi che l'Italia ha conosciuto solo molto raramente, appartengono di più alle zone oceaniche colpite regolarmente dagli uragani. Ma quello che si è abbattuto sulla Penisola ha avuto davvero le caratteristiche e gli effetti di un uragano. In primo luogo i venti che hanno superato i 100kmh su diverse località della costa e anche in Appennino. Il record di oggi apparterebbe al Lago di Giacopiane (GE) dove le centraline dell'Arpal hanno registrato una raffica di 167km/h ma non è andata meglio sul litorale, ad Arenzano Porto sempre in provincia di Genova è stata registrata una raffica di 144km/h, sono valori che apparterebbero di diritto a un uragano atlantico di categoria 2. Venti forti tempestosi anche su Toscana, Lazio, Campania, Sardegna e alto Adriatico con punte di 110km/h. L'impatto diretto contro i litorali esposti ha causato oltre che numerosi danni alle infrastrutture, anche un innalzamento della marea che ha favorito l'ingresso del mare nei centri città. E' accaduto lungo il litorale romano soprattutto a Ostia, su quello romagnolo a Ravenna e anche su quello veneto nella zona di Sottomarina. Venezia si è salvata grazie al Mose contro una marea che avrebbe potuto toccare in città i 180cm e oltre facendo un vero disastro. Ma vediamo quello che è successo:







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