8 giugno 2022
ore 20:00
di Lucia Drago Pitura
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 Per tutti


Nel 2014 è stato osservato un fenomeno senza precedenti al Polo Nord, una specie di uragano ma diverso da quelli a cui siamo abituati perché non localizzato nella troposfera, ma confinato nella ionosfera. Questo fenomeno si è formato nell'alta atmosfera, nello stesso strato in cui avvengono le aurore boreali, a centinaia di km dalla superficie del mare. L'evento è stato soprannominato dai ricercatori come "uragano spaziale" in un articolo pubblicato nel febbraio 2021 su Nature Communications. L'uragano spaziale era largo ben 600 miglia, che, secondo il National Weather Service, è circa il doppio della larghezza degli uragani tipici monitorati dai meteorologi. 


Qing-He Zhang dell'Università di Shandong ha istituito un gruppo di ricerca della School of Space Science and Physics, Institute of Spaces Sciences per l'identificazione del fenomeno. Il team di Zhang ha utilizzato osservazioni complete nella ionosfera e nella magnetosfera utilizzando simulazioni tridimensionali. Gli scienziati lo hanno paragonato ad un uragano in base alle sue caratteristiche, tra cui, senza entrare in dettagli troppo complicati, una zona centrale di "calma" (denominato occhio) attorno alla quale circolava un flusso orizzontale di elettroni.

Un'altra differenza dagli uragani che tutti conosciamo, oltre alla quota, è che al posto di avere precipitazioni sotto forma di idrometeore, erano costituite da elettroni. Non tutti i meteorologi sono d'accordo con il nome, ad esempio l'esperto di uragani AccuWeather Dan Kottlowski afferma che i ricercatori lo abbiano chiamato così per attirare l'attenzione sulla natura ciclonica del fenomeno e aggiunge che avrebbero dovuto denominarlo come "vortice spaziale" o "ciclone spaziale". Sul pianeta Terra è il primo caso mai registrato mentre gli astronomi hanno già individuato eventi simili su altri pianeti come su Marte, Saturno e Giove.


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