7 febbraio 2017
ore 17:21
di Edoardo Ferrara
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 Per tutti
Il disastro di Fukushima
Il disastro di Fukushima

DISASTRO FUKUSHIMA, LIVELLI RECORD  DI RADIOATTIVITA' - A quasi 6 anni dal disastroso terremoto-tsunami che tra le varie tragedie ha causato anche seri danni alla centrale nucleare di Fukushima, la situazione non solo rimane critica sul fronte ambientale, ma anzi si è aggravata raggiungendo livelli allarmanti.  La Tokyo Electric Power ( Tepco ) ha rilevato nel reattore numero 2 un livello così alto di contaminazione radioattiva da rendere difficile se non impossibile qualsiasi tentativo di salvataggio dell'area. Questo incidente nucleare risulta per gravità secondo solamente a quello di Chernobyl del 1986.

Secondo le ultime rilevazioni della Tepco, i livelli di radioattività risultano particolarmente elevati dal reattore numero 2 e pari a circa 530 sievert all'ora. Per capire la gravità della cosa, basti pensare che a una simile esposizione un essere umano morirebbe in poco tempo: già soli 4 sievert sarebbero letali per un uomo su due e l'esposizione ad 1 sievert creerebbe seri danni organico/funzionali come perdita di capelli, nausea oltre ovviamente all'elevata possibilità di contrarre il cancro. Prima del disastro del Marzo 2011 i livelli di radioattività in prossimità del reattore si aggiravano intorno ai 73 sievert, un valore ben inferiore a quello attuale. 

La radioattività è talmente elevata da rendere quasi impossibile i lavori di bonifica: si sta infatti utilizzando un apposito robot per evitare l'esposizione, ma persino il robot con tale esposizione non potrebbe resistere per più di due ore!

Secondo le analisi delle immagini rilevate dalla Tepco, il vertiginoso aumento della radioattività sarebbe indotto da una falla nel reattore 2, probabilmente indotta dalla fuoriuscita di liquido radioattivo a seguito dello tsunami. I costi della bonifica, resa tanto difficile, lieviteranno ben oltre le prime stime effettuate nel 2013, attestandosi probabilmente oltre i 150 miliardi di dollari. Non possiamo neanche immaginare il danno ambientale al quale stiamo assistendo.


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