Redazione 3BMeteo
30 marzo 2017
ore 15:34
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Il punteruolo rosso, il nemico numero 1 delle palme
Il punteruolo rosso, il nemico numero 1 delle palme

La cronaca ha testimoniato più volte come il punteruolo rosso sia un'emergenza che riguarda anche il nostro Paese, infestando e attaccando soprattutto le piante da Cocco e da Dattero, e non solo l'Asia e il Medio Oriente. Originatasi nel Sudest asiatico, negli ultimi trent'anni l'infestazione da punterolo rosso si è diffusa nel Medio Oriente e in Nordafrica, fino ad approdare in Europa raggiungendo persino il Regno Unito. 

Per affrontare con forza questo problema è stato organizzato un importante Summit proprio a Roma, tra il 29 e il 31 Marzo, nel quale è intervenuto anche il direttore generale della Fao, allo scopo di studiare una strategia comune per proteggere in modo efficace le palme dall'attacco del punteruolo rosso e gestire a livello globale l'infestazione. Alla consultazione hanno preso parte rappresentanti della autorità regolatrici nazionali, esperti dei paesi colpiti, scienziati internazionali, sviluppatori coinvolti nell'identificazione e contenimento dell'infestazione e altri stakeholder.

"L'infestazione del punteruolo rosso è endemica in molti paesi dove ha inflitto enormi danni economici e sociali, minacciando la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza di diverse comunità"- spiega a LifeGate.it Josè Graziano da Silva, direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) dal 2012 e che da oltre 30 anni si occupa di sicurezza alimentare, sviluppo rurale e agricoltura. "Uno dei problemi legati alla peste delle palme è che è molto difficile da individuare. Sono pochissimi, infatti, i segni esterni che permettono di capire che una pianta è stata attaccata e gli specialisti sono costretti a ispezionare piccoli fori di ingresso degli insetti alla base della corona di ogni pianta."

Altro grosso problema è costituto dalla mancanza di una procedura di quarantena efficace: il punteruolo infatti riesce agilmente ad infestare le palme attigue e a trasferirsi di Paese in Paese, anche attraverso le semine e terricci infestati. A questo si è aggiunta fino ad ora una mancanza di strategia comune per combatterlo, con metodi troppo eterogenei e non sempre efficaci. Al 2013, le perdite economiche legate all'infestazione in Italia, Spagna e Francia si stimano attorno ai 90 milioni di euro.

Gli alberi di palma vengono coltivati da oltre 5mila anni. Hanno sostenuto la vita e i mezzi di sussistenza in aree torride e poco fertili e sono un simbolo di vita, cultura e civilizzazione. Se non fermiamo l'infestazione, l'intera industria delle palme è a rischio - prosegue Josè Graziano da Silva a Ligegate.it. Eradicare la minaccia è possibile, ed è già successo. Nel maggio del 2016 le isole Canarie sono stato il primo territorio al mondo ad eliminare l'infestazione dopo averla individuata nel 2005. Una parte della soluzione è stato sviluppare sistemi di informazione geografica che hanno permesso di gestire al meglio le operazioni di controllo.

I metodi ad oggi disponibili per combattere il fenomeno come detto sono eterogenei, sia naturali che tecnologici, con utilizzo di spray naturali, cani addestrati, ma anche sonde specifiche. Un buon passo in avanti si potrebbe fare con una maggiore condivisione tra i vari Stati dei metodi risultati più efficaci ma anche controlli capillari alle frontiere per evitare di esportare/importare piante infette. L'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) lavora con autorità nazionali e con le comunità per migliorare la produzione di datteri attraverso una migliore gestione delle risorse per l'irrigazione e aggiungendo valore attraverso migliori tecniche di raccolta e lavorazione.


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