25 settembre 2021
ore 11:38
di Davide Ricci
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pack artico in fusione
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Come ogni anno, nel mese di settembre, il ghiaccio marino che ricopre il Polo Nord e le aree circostanti raggiunge la sua minima estensione. Quest'anno il valore minimo è stato registrato il 16 settembre, risultando pari a 4,72 milioni di km quadrati: un valore sensibilmente più alto rispetto al record negativo del 2012, quando si raggiunsero i 3,41 milioni di kmq.

Estensione dei ghiacci artici il 16 settembre scorso, comparato con l'estensione media del periodo 1981-2010 (da NSDIC/NASA)
Estensione dei ghiacci artici il 16 settembre scorso, comparato con l'estensione media del periodo 1981-2010 (da NSDIC/NASA)

Nonostante quindi una stagione non da record, è bene ricordare che il 2021 si colloca al 12° posto fra le annate peggiori per la fusione dei ghiacci artici e che gli ultimi 15 anni di osservazioni corrispondono ai 15 anni con l'estensione minima più bassa da quando sono iniziate le rilevazioni, ovvero 43 anni fa. Per avere un'idea di quando si sia ridotta l'estensione della banchisa basta considerare che l'estensione media fra il 1979 e il 2000 era pari a 6,7 milioni di kmq.

Andamento dell'estensione della banchisa artica nel mese di settembre fra il 1979 e il 2020 (fonte: ARCUS)
Andamento dell'estensione della banchisa artica nel mese di settembre fra il 1979 e il 2020 (fonte: ARCUS)

Dietro all'inesorabile riduzione della banchisa artica si nasconde ovviamente il riscaldamento globale, che in Artico risulta particolarmente intenso (fino al triplo che nel resto del mondo) per un particolare fenomeno noto come "amplificazione artica", che ha portato ad un incremento della temperatura media di ben 3°C fra il 1971 e il 2019 e di quasi 4°C fra il 1960 e il 2019.

Variazione della temperatura media annua fra il 1960 e il 2019, fonte: NSDIC
Variazione della temperatura media annua fra il 1960 e il 2019, fonte: NSDIC



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