Ghiacciai del Caucaso meridionale in forte ritirata

Il progetto che riunisce un team di scienziati, fotografi e alpinisti, studia gli effetti dei cambiamenti climatici coniugando la comparazione fotografica e la ricerca scientifica sul campo. Ogni spedizione prevede infatti un confronto fotografico tra le immagini storiche e quelle attuali, ritratte dallo stesso punto geografico, nonché la raccolta di dati sul campo e la loro successiva analisi in laboratorio.
Secondo quanto riferito da Riccardo Scotti, glaciologo al Dipartimento di Scienze Geologiche e Geotecnologiche dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca, dalla Piccola Età Glaciale (PEG), culminata attorno al 1810 in questa regione, ad oggi, il Ghiacciaio Tviberi, il più grande ghiacciaio in Caucaso fino al 1965, ha mostrato la contrazione di superficie più forte (- 16,4 km ² - 34,9% della superficie originaria) e il ritiro lineare più marcato (- 3,98 km, il 42% della lunghezza massima lungo la principale linea di flusso).
Il Ghiacciaio Chaalati, quello che spinge ancora oggi la sua fronte alla quota più bassa nel Caucaso meridionale (1861 m s.l.m.) ha mostrato una contrazione di 4,4 km² (- 27,1%) e un ritiro frontale di 2,16 km.
Il Ghiacciaio Adishi, il più piccolo dei tre, ma con la quota media più elevata, ha mostrato la contrazione più modesta (- 1,5 km², - 13%), e un ritiro lineare di 1,15 km.
Uno dei risultati più interessanti di questo studio è l’accelerazione della riduzione della superficie glaciale nell’ultimo intervallo temporale considerato (1965-2011) rispetto agli intervalli precedenti. Negli ultimi decenni il Ghiacciaio Tviberi ha perso una superficie 3,2 volte maggiore rispetto al precedente intervallo, e quasi 50 volte più velocemente rispetto al XIX secolo. Lo stesso comportamento è riscontrabile negli altri due ghiacciai studiati.