21 marzo 2023
ore 12:39
di Giorgio Kaldor
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 Per tutti


Il 22 marzo ricorre la Giornata Mondiale dell'Acqua. Istituito dalle Nazioni Unite nel 1992, quest'anno il World Water Day coincide con l'inizio della Conferenza ONU sull'Acqua 2023 (22-24 marzo, New York) e ha come obiettivo l'accelerazione del cambiamento per risolvere la crisi idrica e igienico-sanitaria.

Secondo il rapporto "Progress on drinking water", realizzato da Unicef e Organizzazione mondiale della sanità nel 2022, sarebbero circa 2,2 miliardi di persone a livello mondiale a non disporre di servizi per l'acqua potabile, 4,2 miliardi senza servizi igienici sicuri.

Sebbene questi numeri non tocchino da vicino l'Italia, il nostro Paese non può certo dirsi immune da una delle cause che mettono in pericolo un accesso sicuro ad acqua potabile: la crisi idrica. L'Italia, e in particolare le regioni del Nord, è entrata ormai nel secondo anno di siccità, un fenomeno sempre frequente e intenso che impone la realizzazione di infrastrutture moderne per garantire la tutela della risorsa. Il 2022 è stato infatti l'anno più caldo e meno piovoso della storia italiana, con temperature che hanno raggiunto i +2,7 °C rispetto alla media 1981-2010. Queste variazioni si inseriscono nel contesto degli effetti dei cambiamenti climatici in corso: negli ultimi 70 anni, in Italia, si è osservato un aumento statisticamente significativo delle zone colpite da siccità estrema e, negli ultimi 9 anni, la temperatura nelle principali città italiane è aumentata di 1,3°C. Variazioni meteo-climatiche che hanno un'influenza significativa sul ciclo idrologico: la stima di disponibilità idrica media per l'ultimo trentennio mostra una riduzione del 20%rispetto al periodo 1921-1950.

Come ricordato nel Blue Book 2023 - la monografia completa dei dati del Servizio idrico integrato promosso da Utilitalia e realizzato dalla Fondazione Utilitatis con la partnership di The European House - Ambrosetti e in collaborazione con Istat, Ispra, Cassa Depositi e Prestiti, il Dipartimento della Protezione Civile e le Autorità di Bacino - in ogni caso le cause delle crisi idriche non sono legate esclusivamente al clima che cambia, ma sono da addurre anche a fattori di vulnerabilità che connotano il settore idrico italiano. Durante la crisi 2022-2023, le azioni messe in campo dalla Protezione Civile, dalle Autorità di Bacino, dai loro Osservatori, dai gestori del servizio e dagli altri attori interessati hanno permesso di limitare i disagi per la popolazione. Per il futuro, secondo Utilitalia, al fine di fronteggiare al meglio eventi simili, occorre adottare una strategia operativa che combini misure di breve termine (es. utilizzo autobotti, serbatoi e nuove fonti di approvvigionamento) orientate prevalentemente alla minimizzazione degli impatti, con interventi di medio-lungo termine (es. interventi infrastrutturali), finalizzati a migliorare la resilienza dei sistemi di approvvigionamento idrico.

Come emerge dal Libro Bianco 2023 "Valore Acqua per l'Italia" contenuto in parte nel Blue Book 2023, per mitigare i problemi di sicurezza dell'approvvigionamento, l'esperienza della crisi idrica ha ribadito la necessità di adottare un approccio preventivo nella gestione dell'acqua, dove le cosiddette "5 R" - Raccolta, Ripristino, Riuso, Recupero e Riduzione - costituiscono le azioni necessarie per garantire la circolarità della risorsa e la sicurezza dell'approvvigionamento. Inoltre, le azioni da mettere in campo per fronteggiare questi episodi devono prevedere necessariamente una combinazione di fattori che riguardano non solo un utilizzo efficiente, ma anche la realizzazione di infrastrutture moderne che consentano la diversificazione della strategia di approvvigionamento e, non ultimo, il superamento delle criticità gestionali e di governance che oggi frenano lo sviluppo del settore e riducono la qualità del servizio in alcune zone del Paese. Da questo punto di vista è importante promuovere interventi in innovazione e digitalizzazione anche facendo ricorso a strumenti di veloce sviluppo come il venture capital.

Utilitalia ha lanciato otto proposte concrete per favorire l'adattamento infrastrutturale delle reti idriche al cambiamento climatico. Tra quelle di breve periodo (entro 3 mesi) figurano: favorire il riuso efficiente, contrastare il cuneo salino, diversificare la strategia di approvvigionamento e sostenere la presenza digestioni industriali; tra quelle di medio periodo (entro 6 mesi) il rafforzamento della governance dei distretti idrografici e la semplificazione per la realizzazione degli investimenti, mentre tra quelle di lungo periodo (oltre 6 mesi) la promozione dell'uso efficiente dell'acqua e la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche.


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