L'asfalto in grado di auto-pulirsi: addio a ghiaccio e neve
Prosegue la sperimentazione negli USA dell'innovativo asfalto elettrico
Proseguono le sperimentazioni dell'innovativo asfalto, in grado di auto-pulirsi sciogliendo neve e ghiaccio dalla sua superficie. Si tratta del così detto "asfalto elettrico", in grado di riscaldarsi utilizzando corrente elettrica a basso voltaggio. Già utilizzato in diverse località degli USA, in particolar modo nel Nebraska, lo speciale asfalto viene realizzato con una miscela tradizionale, circa 80%, e materiale conduttivo, circa il 20%, tra cui trucioli di acciaio e particelle di carbonio. Questa "aggiunta" è sufficiente a rendere il manto un buon conduttore di energia elettrica. Applicando quindi una corrente di modesta intensità il manto di asfalto è in grado di scaldarsi scongiurando così la formazione di ghiaccio e l'accumulo di neve. Ma quanto costa scaldarlo? Secondo i dati sperimentali per scaldare i 36 km del Roca Spur Bridge, in Nebraska, sono serviti 250 dollari per tre giorni di gelo e neve.
A giovarne di questa invenzione oltre alla sicurezza stradale anche l'ambiente visto che l'introduzione di questo asfalto menderebbe in pensione il sale e tutti i prodotti nocivi utilizzati per eliminare o ridurre la formazione di ghiaccio. Essi infatti penetrando nel terreno sottostante, lavati dalle piogge, producono effetti diserbanti e dunque distruttivi di micro-fauna e flora, raggiungendo infine le preziose falde acquifere sottostanti.
L'efficacia e il potenziale dell'asfalto conduttivo sono monitorati con attenzione anche dalla stessa FAA statunitense (Federal Aviation Administration, amministrazione del dipartimento trasporti nel campo dell'aviazione civile), che sta pensando di utilizzare questa soluzione tecnologica per rivestire la superficie degli aeroporti del Nord America. In effetti, elettrificare intere reti stradali risulterebbe forse troppo costoso, ma l'interesse di questa soluzione risiede nella sua applicazione su aree ristrette, ma critiche per ghiaccio e neve.
