23 luglio 2017
ore 13:15
di Carlo Migliore
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2 minuti, 54 secondi
 Per tutti

Sapevate che ogni anno in Australia le meduse fanno più vittime degli squali? Il killer australiano quasi invisibile (circa 2.5cm) si chiama Irukandji e fa più paura dell'attacco di uno squalo tigre. Ma niente paura, nel Mediterraneo non esiste nulla del genere, le nostre meduse solo nei casi di contatto più esteso possono costringere ad un ricovero ospedaliero. Tra le meduse più urticanti nei nostri mari attualmente ci sono le Caribdee dette anche cubo meduse, misurano dai 4-5cm e si spostano abbastanza rapidamente. Cosa fare in caso di medusa?

Tutti al mare ma attenti alle meduse
Tutti al mare ma attenti alle meduse

Le meduse di per se non attaccano l'uomo, siamo noi che nuotando ci finiamo sopra! Il loro veleno è una miscela di tre proteine con effetto urticante e paralizzante. E' contenuto in piccoli organelli cellulari che al contatto si staccano dai tentacoli per finire sulla nostra pelle. La puntura è di solito accompagnata da bruciore e rossore con la formazione di piccoli ponfi che normalmente col passare del tempo decrescono e portano solo del prurito. Il dolore è sopportabile a meno che il contatto non interessi più del 50% della superficie del corpo.

La cubomedusa, la specie attualmente più pericolosa presente nel Mediterraneo
La cubomedusa, la specie attualmente più pericolosa presente nel Mediterraneo

La prima cosa da fare in caso di contatto è stare calmi, uscire dall'acqua e lavarsi subito con acqua di mare, mai con acqua dolce. Non toccare troppo a mani nude la parte interessata dal contatto perché le cellule che contengono il veleno potrebbero trasferirsi in altre zone del corpo, questo è tanto più valido se il contatto avviene con le mani, in quel caso non toccarsi mai con le mani in altre parti del corpo! Rimedi come strofinare con sabbia calda, poggiare sopra la parte una pietra calda, usare ammoniaca o urina che la contiene, non servono assolutamente a nulla. Il veleno è si termolabile ma per renderlo inattivo bisognerebbe raggiungere i 50°C. 

Per avere un'immediata azione antiprurito e per bloccare la diffusione delle tossine è bene non grattarsi e applicare un gel astringente al cloruro d'alluminio. Non sono prodotti facili da trovare in commercio ma si può far preparare dal farmacista indicando una concentrazione che va dal 3 al 5%. L'ideale è una concentrazione al 5%. Gli spray lenitivi a base di acqua di mare e sostanze astringenti naturali funzionano altrettanto bene. Creme al cortisone o contenenti antistaminico, invece, sono inutili perché entrano in azione solo dopo 30 minuti dall'applicazione e cioè quando il massimo della reazione è esaurita naturalmente. Per evitare che resti la cicatrice sulla parte colpita, non esporla al sole finché l'infiammazione non è del tutto guarita, potrebbero volerci anche due settimane.

Come evitarle? Nuotare con gli occhialini o la maschera aiuta a guardare sott'acqua e a scorgere eventuali pericoli e una tuta da surf può proteggere la pelle. Esistono persino delle tute anti medusa ideate e prodotte in Australia, ma a meno che non decidiate di andare nel nuovo continente, non vi serviranno! Ultimamente esiste anche una nuova generazione di creme solari, dette anti medusa che:

  1. rendono scivolosa la pelle e di conseguenza difficile l'aggrapparsi dei tentacoli delle meduse;
  2. confondono il meccanismo di ricognizione della medusa
  3. bloccano il sistema di attivazione delle cellule urticanti 
  4. combattono la pressione osmotica che si forma all'interno dei nematocisti [che sono gli organi urticanti della medusa.

il consiglio migliore naturalmente è

non tuffatevi se vedete delle meduse!


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