20 agosto 2022
ore 15:15
di Carlo Migliore
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 Per tutti

I RISCHI DI UN MARE TROPPO CALDO: il mediterraneo non è più quello di una volta, ora non servono più le raccomandazioni dei genitori di entrare in acqua solo in tarda mattinata o aspettare almeno due ore dopo il pranzo prima di immergersi in acqua. Non si rischiano più congestioni, colpi di freddo, intorpidimento, l'acqua è un brodo! Attualmente le temperature superficiali sono ben 5°C sopra la media con valori che localmente toccano o superano persino i 30°C. Sono temperature che appartengono ad altre latitudini, quelle tropicali o equatoriali e non dovrebbero esserci qui da noi. La conseguenza più diretta di un simile riscaldamento è un aumento della forza dei fenomeni meteorologici. Quando l'aria fredda nord atlantica o nord europea raggiunge una superficie così calda assorbe una quantità di energia enorme in grado di innescare formazioni temporalesche giganti come gli MCS (Mesoscale Convective System) estese anche più di 100 chilometri. I moti verticali dell'aria all'interno di questi super temporali possono essere così forti da mantenere in sospensione chicchi di grandine fino a fargli assumere dimensioni eccezionali finché appesantiti all'estremo non cadono rovinosamente sulla superficie. Altro fenomeno quasi sempre associato a questi super sistemi temporaleschi sono i venti di downburst, furiose raffiche discendenti dall'interno del temporale che possono muoversi sulla superficie a velocità superiori ai 100/120km/h. Si scatenano in pochi secondi e non danno alcun preavviso travolgendo ogni cosa. Se poi si verificano in concomitanza con una forte grandinata possono dar luogo a una vera apocalisse in grado di distruggere tutto come accaduto ad esempio a Sestri nella giornata di giovedì 18 agosto.

Qui le trombe d'aria e i tornado non c'entrano nulla, questi venti sono molto più frequenti dei fenomeni vorticosi e possono causare danni anche peggiori. Se poi abbiamo a che fare con una cella temporalesca che a causa della circolazione inizia una rotazione, allora parliamo di supercella e diventano possibili tornado e trombe d'aria. In Italia usiamo più spesso il termine tromba d'aria ma tromba d'aria e tornado sono la stessa identica cosa. L'unica differenza può esserci in base all'evoluzione e lo sviluppo. I tornado infatti possono formarsi sia sul mare che sulla terraferma, ma quelli più pericolosi sono quelli che si formano sulla terraferma mentre quelli marini (le nostre trombe marine), sono meno energetici anche potenzialmente in grado di fare seri danni.

Nell'evento del 18 agosto che oltre a interessare l'Italia ha interessato anche gran parte dell'Europa fenomeni come questi non si sono contati e ci sono state diverse vittime. L'errore è pensare che cose del genere siano eccezionali e irripetibili, purtroppo non è così. Un tempo potevano essere considerati fenomeni estremi ed epocali perché le condizioni meteorologiche che li avevano generati erano particolarmente rare, ma se esaminiamo l'evoluzione della tempesta del 18 agosto ci rendiamo conto che la massa d'aria fredda nord atlantica che ha alimentato la saccatura non ha avuto nulla di eccezionale. L'eccezionalità è stata conferita al sistema dal calore del Mar Mediterraneo. Calore che non se ne andrà via terminata l'estate, perché l'acqua ha una grande capacità di trattenerlo, impiega tempo per riscaldarsi e impiega tempo per raffreddarsi quindi è lecito pensare che queste condizioni anomale di temperatura continueranno fino all'autunno inoltrato e non è escluso che anomalie positive possano perdurare anche per tutto l'inverno. La domanda che dobbiamo porci allora è: "Quando in autunno le masse d'aria in arrivo dal nord atlantico o dal nord Europa saranno di gran lunga più fredde di adesso, cosa succederà?" Situazioni come quella del 18 agosto saranno purtroppo ripetibili. La difesa migliore in questi casi sarà la prevenzione, aumentare i livelli di allerta in considerazione di questi potenziali più alti e difendersi dalla grandine che è stata la grande protagonista di questa estate 2022 anche in zone normalmente poco colpite come il Sud Italia dove le reti anti grandine sono usate da pochissimi. 


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