31 dicembre 2021
ore 6:00
di Davide Sironi
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 Per tutti

In moltissimi paesi di tutto il mondo e in particolare in quelli dell'America latina, in Italia e in Asia è abitudine festeggiare il Capodanno con i fuochi d'artificio. Parliamo dei fuochi pirotecnici, non dei famigerati botti sulla cui pericolosità non c'è più veramente nulla da aggiungere. Ma lo spettacolo di luci apparentemente innocuo che illumina moltissime delle nostre città, soprattutto quelle meridionali e in primis Napoli che non rinuncerebbe mai a una notte di capodanno esplosiva, combinato con le condizioni anticicloniche può far diventare l'aria che respiriamo un micidiale cocktail di polveri sottili, nocivo per la salute.
Quest'anno la presenza di un potente anticiclone caratterizzato dall'afflusso di aria eccezionalmente mite in quota determinerà un'inasprimento delle inversioni termiche in Val padana, nelle valli del Centro e localmente anche lungo le zone costiere. L'inversione termica favorirà lo stagnamento dell'aria in prossimità del suolo e quindi la permanenza e la concentrazione degli inquinanti (oltre che delle nebbie e dello smog) nelle città con ulteriore aggravamento della qualità dell'aria. Per quanto riguarda il PM10 si potranno cosi misurare, per la città di Milano, valori fino 300-400 microgrammi per metro cubo, valori 10 volte più alti della quantità consentita che si aggira tra i 40 e i 50 e non si dovrebbe superare per più di 35 giorni all'anno.

Questa la concentrazione del PM10 prevista per la notte di Capodanno tratta dalla nostra sezione qualità dell'aria. 

Più in dettaglio quando i fuochi d'artificio vengono esplosi simultaneamente, le concentrazioni di particolato nell'aria raggiungono infatti picchi eccezionali perché vengono liberate quantità enormi di PM10, PM2.5 e assieme a quelle anche gas velenosi come ozono, anidride solforosa e biossido di azoto

Un recente studio pubblicato nell'aprile del 2019 sulla rivista scientifica Nature ha analizzato le concentrazioni di particolato fine in atmosfera prima e dopo i festeggiamenti di Capodanno tra il 1995 e il 2012 nei Paesi Bassi. Tra il 27 e il 30 dicembre il livello medio nazionale era di 29 μg/m3 , valore che decuplicava nelle prime ore del nuovo anno raggiungendo una media di 277 μg/m3. Nelle zone maggiormente abitate il valore medio è salito addirittura a 598 μg/m3, con picchi di 1132 μg/m3: insomma, valori simili a quelli che vengono raggiunti mediamente nel quartiere più inquinato di Nuova Delhi o nella megalopoli di Pechino.  

Insomma, i tanto affascinanti fuochi pirotecnici, non sembrano essere tanto innocui per la salute e questo ha indotto in moltissime città del mondo a firmare petizioni per abolirli ma allo stato attuale non è servito a molto. In Germania, per esempio, nonostante le ripetute richieste da parte delle agenzie dell'ambiente sono stati spesi per il Capodanno 2019 circa 137 milioni di euro in fuochi d'artificio che hanno liberato in aria 4500 tonnellate di particolato fine. Secondo il DUH si tratta di quantità pari al 17% del totale delle emissioni di particolato di un anno intero.


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