6 marzo 2021
ore 19:21
di Francesco Nucera
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 Per esperti


In Atlantico esiste una oscillazione termica che interessa l'Oceano che va sotto il nome di Oscillazione Multidecadale Atlantica o AMO. Si è ritenuto che questa oscillazione si muova 'spontaneamente' da una fase positiva a una negativa mediamente ogni 30-40 anni. In pratica le temperature dell'Oceano Atlantico oscillano tra valori sopra o sotto la media. Queste variazioni possono incidere sulle condizioni meteo climatiche; ad esempio con una AMO positiva si assiste ad un numero più elevato di cicloni o di tempeste atlantiche.

Qualche tempo fa ci siamo soffermati su un lavoro di Mann et al "Absence of internal multidecadal and interdecadal ocillations in climate model simulations" secondo il quale l' Oscillazione multidecadale Atlantica AMO e quella del pacifico PDO non 'esisterebbero' come cicli autonomi per il semplice fatto che i modelli climatici non sarebbero in grado di riprodurli.  L'unica oscillazione, su periodi di 3-7 anni, sarebbe quella legata al ciclo dell'Enso che si vede senza forzanti antropiche o naturali. In pratica la ricerca metterebbe in evidenza che non esiterebbero prove coerenti di segnali oscillatori su periodi lunghi che potrebbero essere definite come vere e proprie oscillazioni e che è molto probabile che l'AMO è un artefatto del cambiamento climatico guidato dalla forzatura umana nell'era moderna e dalla forzatura naturale in epoca pre industriale.

Su Science è uscita pochi giorni fa una integrazione a questo precedente lavoro, sempre di Mann et al "Multidecadal climate oscillations during the past millennium driven by volcanic forcing". I ricercatori in questo lavoro si pongono la domanda: perché l'AMO sembra evidente nell'epoca preindustriale, prima che gli esseri umani fossero un fattore influente sul clima? La loro conclusione è che le eruzioni vulcaniche e non la variabilità naturale, sono state la causa di una apparente "oscillazione atlantica" su periodi di tempi lunghi. In effetti la prima fase con AMO positiva è caratterizzata da una prolungata assenza di eruzioni vulcaniche; successivamente la fase più bassa coincide con il ritorno delle grandi eruzioni vulcaniche ma anche con l'emissione antropiche; il ritorno ad una AMO positiva avviene in concomitanza ad una riduzione delle emissioni antropiche contestualmente ad una fase con una bassa attività dei vulcani.

Questi risultati avrebbero implicazioni sia sugli studi precedenti che attribuirebbero le tendenze passate a queste ipotetiche oscillazioni naturali, sia per le prospettive climatiche che queste avrebbero su scale decennali, in particolare sulla attività degli uragani. L'attività tropicale nell'Atlantico è stata potenziata dalle temperature della superficie del mare più calde,  guidate da quello che si pensava fosse un ciclo nelle correnti oceaniche che si manifestava come l'Oscillazione Multidecadale Atlantica o AMO. Questo studio sottolinea invece che l'AMO è semplicemente un 'sintomo' di altri segnali climatici, alcuni naturali, come le eruzioni vulcaniche e la quantità di aerosol nell'aria, e altri innaturali come quelli prodotti dall'uomo. Il dibattito scientifico su questo argomento rimane aperto.


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