6 novembre 2019
ore 15:05
di Carlo Migliore
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La cometa 21/Borisov (fonte: GEMINI OBSERVATORY/NSF/AURA)
La cometa 21/Borisov (fonte: GEMINI OBSERVATORY/NSF/AURA)

L'oggetto celeste 21/borisov individuato per la prima volta il 30 agosto scorso, non appartiene al nostro sistema solare. Gli astronomi dell'Unione Astronomica Internazionale (Iau) che si occupa di controllare i piccoli corpi celesti, come asteroidi e comete l'hanno scoperta quasi per caso mentre vagava nella regione di spazio compresa tra Marte e la Terra ed hanno subito capito verificandone l'orbita che poteva provenire solo dal di fuori del nostro sistema. Non è ancora chiaro se si tratti di un piccolo asteroide o di una cometa (ipotesi più plausibile) ma sembra verosimile che sulla sua superficie possa esserci acqua allo stato solido. 

I ricercatori hanno utilizzato un telescopio da 3,5 metri dell'Osservatorio di Apache Point, in Nuovo Messico, per analizzare la luce solare riflessa dalla cometa Borisov. Lo scorso 11 ottobre hanno così individuato nello spettro luminoso quella che sembra essere la 'firma' dell'ossigeno. Sebbene le comete possano produrre ossigeno in modi differenti, gli astronomi sostengono che la spiegazione più plausibile sia che l'ossigeno derivi dalla scissione dell'acqua in idrogeno e ossigeno. L'acqua stimata sulla cometa sarebbe presente insieme al cianuro (precedentemente identificato) secondo le stesse proporzioni osservate nelle comete del Sistema solare.


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