4 aprile 2020
ore 12:08
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Nonostante il trend invernale positivo dovuto ad un vortice polare particolarmente energico, l'estensione dei ghiacci artici, dopo aver raggiunto il suo massimo attorno al 5 marzo ha cominciato a diminuire gradualmente. Non siamo andati malissimo rispetto ai recenti andamenti stagionali, uno fra tutti il 2017 che è stato a dir poco catastrofico, ma non abbiamo certamente recuperato il deficit rispetto alla media. Quantificando in numeri, attualmente siamo circa 650.000 chilometri quadrati al di sotto della media 1981-2010 ma 490.000 chilometri quadrati al di sopra dell'estensione minima record del marzo 2017

Alla fine del mese di marzo, l'estensione è risultata particolarmente bassa nel Mare di Bering dopo un rapido ritiro durante la seconda metà del mese. La perdita è stata importante anche nel Mare di Okhotsk e nel Golfo di San Lorenzo. Il 2020 si attesa come l'11° anno con l'estensione più bassa dall'inizio delle rilevazioni.

Confrontando tra loro tutti i mesi di marzo dall'inizio delle rilevazioni (1979) si nota una graduale diminuzione dell'estensione dei ghiacci nell'ordine del 2.6% per decennio che corrisponde a circa 40.500 chilometri quadrati per anno, qualcosa come la regione Toscana, Umbria e Marche prese assieme. Nel corso dei 42 anni di registrazioni satellitari, l'Artico ha perso circa 1,66 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio.

La situazione è diversa nell'emisfero meridionale. In Antartide, l'estensione del ghiaccio marino è aumentata notevolmente dall'inizio di marzo e alla fine del mese si è avvicinata alla media del 1981-2010. Questo evento conclude un periodo di 41 mesi di estensione mensile inferiore alla media. La crescita del ghiaccio si è verificata lungo tutta la costa antartica, ma in particolare nelle regioni del Mare di Ross e del Mare orientale di Weddell. 


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