METEO - Mediterraneo quasi come i Caraibi, già picchi di 30°C
Il mese di luglio si conclude con temperature dei nostri mari vicine ai 30 °C da Nord al Sud.
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MEDITERRANEO GIÀ CALDO - Malgrado gli effetti dell'intensa ondata di calore che sta per entrare nel vivo sull'Italia proprio in queste ore debbano ancora farsi sentire, il mese di luglio si conclude con temperature marine piuttosto elevate su tutto il Mediterraneo. Progredendo da ovest verso est le acque del Mare Nostrum si fanno sempre più calde, passando dai 23-24 °C al largo delle coste algerine e della Francia occidentale ai 28-30 °C dei mari italiani, al Nord come al Sud.
I PICCHI PROPRIO SULL'ITALIA - Mentre al largo del Portogallo, nel
vicino Oceano Atlantico i valori si mantengono in linea con le medie
climatiche e sul Canale di Suez si va persino sotto la norma, sui
mari italiani le anomalie sono decisamente positive. Secondo le stime
satellitari la colonnina di mercurio infatti oscilla ormai su valori
prossimi o addirittura superiori ai 28 °C un po' su tutti i nostri
bacini. Le anomalie termiche più marcate sul mar Ligure, ma gli
"over 27 °C" non mancano né in Sardegna né al largo delle
coste tirreniche. Come evidenziato nell'immagine allegata anche
sull'alto Adriatico le temperature superficiali sfiorano i 29 °C,
mentre valori più bassi si registrano al largo dell'Abruzzo. Più
consoni per l'area geografica, sebbene con due settimane di anticipo,
i picchi di 30 °C sul basso Tirreno intorno all'arcipelago delle
Eolie; più bassi i valori su Ionio e soprattutto al largo
dell'Agrigentino.
LE CONSEGUENZE - Siamo ancora nella prima parte dell'estate ma facciamo già a meno dunque dei brividi al primo tuffo in acqua, beneficiando di un gradevolissimo tepore. Le ripercussioni non sono però tutte positive, e dal punto di vista ambientale, sotto il profilo dell'ecosistema, e da quello prettamente climatologico. Il calore immagazzinato sui nostri mari durante la stagione estiva potrà fornirà il carburante per la genesi di eventi meteorologici estremi, specie ad inizio autunno, al passaggio delle prime perturbazioni atlantiche, andando ad incrementare le risorse di energia termica potenziale disponibile per i temporali.