21 febbraio 2020
ore 9:00
di Francesco Nucera
tempo di lettura
1 minuto, 30 secondi
 Per esperti

Un punto di domanda spesso dibattuto durante gli ultimi anni è se il forte riscaldamento osservato nell'artico stia influenzando i pattern atmosferici alle medie latitudini. Secondo la teoria sugli effetti dell'AMPLIFICAZIONE ARTICA sul jet stream di Francis & Vavrus il ridotto gradiente termico fra zone polari e quelle delle latitudini più basse sarebbe in grado di interferire sulle onde di Rossby determinando una loro maggiore ondulazione. Questo potrebbe spiegare alcune situazioni estreme ad esempio in Europa o ne gli Usa avvenute negli ultimi decenni.

Possiamo così schematicamente riassumere gli impatti dovuti ai processi dell'Amplificazione Artica, una sorta di meccanismo che si autoalimenta: riduzione dei ghiacci artici----->variazioni dei flussi di calore oceanici----------->aumento temperature alle quote medio basse più che alle alte-------------->diminuzione dell'instabilità baroclina--------->onde barocline diventano più instabili -------->amplificazione dei sistemi baroclini artici----->impatto su onde planetarie

Diverse sono però le critiche mosse a questa teoria. Una di queste è stata pubblicata su Science Advances nei giorni scorsi (Insignificant effect of artic amplification on the amplitude of midlatitude atmospheric waves). Il lavoro di Screen e Blackport parte dal fatto che la tendenza precedentemente segnalata verso una circolazione più 'mossa' durante il semestre invernale si è invertita negli ultimi anni, nonostante la continua amplificazione dell'Artico. Le simulazioni evidenziano la corrispondenza osservata tra un gradiente di temperatura ridotto e una maggiore ondulazione su scale temporali interannuali e decadali. Tuttavia gli esperimenti con un gradiente di temperatura ridotto non presentano una maggiore ampiezza d'onda. I risultati suggeriscono che il legame osservato (e simulato) tra  un jet stream più mosso e le temperature dell'Artico è random e farebbe parte della variabilità interna. Il dibattito comunque rimane aperto.


Seguici su Google News


Articoli correlati