30 agosto 2017
ore 8:40
di Francesco Nucera
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 Per tutti
uragano Harvey
uragano Harvey

A tener banco sul fronte meteo è l'uragano Harvey. Nato come una 'tropical disturbance' si è rapidamente approfondito una volta giunto sul Golfo del Messico dove il mare decisamente caldo lo ha portato a divenire un uragano di categoria 4. L'impatto col Texas, come riporta la cronaca, è stato davvero notevole più che altro per la quantità di pioggia riversata.

Harvey è più un problema 'meteorologico' che climatico; la sua colpa è quella di muoversi piuttosto lentamente. Anzi si può dire che è quasi statico. Secondo il meccanismo "Air-sea Interaction"l'uragano lo si può pensare come una macchina termica che segue un ciclo di Carnot. In pratica funziona attraverso due fluidi con densità diverse. Per questo motivo rimane in vita e per questo motivo riversa quasi tutta l'acqua precipitabile che ha in serbo. Ma il problema è che a differenza degli altri uragani, quasi tutta l'acqua di Harvey si è riversata su di un'area ristretta proprio per la sua lentezza.

Il disastro alluvionale di Houston è certamente molto insolito. Se poi si muove lentamente questo è un caso. Ci sono stati molte disastrose inondazioni nell'area di Houston, anche appartenenti alla metà del 1800 quando la superficie antropizzata non era quella attuale e di conseguenza neanche i danni provocati. Nel dicembre del 1935 si verificò un'inondazione superiore a questa. Nel 1900 un uragano di categoria 4 colpì Galveston uccidendo un numero di persone compreso tra 6.000 e 12.000. Harvey è 'solo' il quarto di categoria 4 che fa landfall dal 1970; gli altri tre sono Hugo, Andrew e Carley. Della stessa categoria è il 14-mo nel periodo 1926-1969. Infine è il primo Major ( uragano di categoria 3 o superiore) che riesce a fare landfall negli Stati Uniti dopo ben 12 anni. L'ultima volta toccò a Wilma nel 2005.

Difficile rispondere alla domanda se un clima più caldo potrà portare a più fenomeni stazionari nel futuro. Almeno è una domanda alla quale non si può rispondere con un certo grado di confidenza dai modelli climatici globali in quanto la loro risoluzione spaziale è in genere inadeguata per affrontare dinamiche che invece avvengono su scale regionali. C'è ancora molta incertezza su diversi aspetti delle dinamiche del cambiamento climatico e questo potrà solo essere affrontato dagli investimenti nei modelli climatici.



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