Meteo. La Niña mantiene la sua forza ma è prevista attenuarsi nel 2023. Situazione e conseguenze
2 minuti, 29 secondi
La Niña continua a persistere e probabilmente caratterizzerà il resto dell'inverno boreale. Questa è la terza volta che l'evento domina in modo continuativo più anni, come avvenne nel 1973-76 e nel 1998-2001. I modelli dinamici sono tutti concordi sull'attenuazione de La Nina all'inizio del 2023 con una fase neutra a seguire entro marzo. Le anomalie di temperatura delle acque superficiali mostrano la presenza del fenomeno de La Niña sul Pacifico mentre sull'Oceano Indiano, il dipolo di temperatura, evidenzia lo IOD negativo. Si prevede che lo Indian Ocean Dipole negativo svanirà entro l'inizio del 2023, il che dovrebbe ridurre la convezione tropicale del Pacifico occidentale; questo dovrebbe indebolire gli alisei che sostengono La Niña attraverso il Pacifico equatoriale orientale portando all'indebolimento del fenomeno.
La Niña continuerà nel frattempo ad avere importanti ripercussioni sulle aree del globo che stanno maggiormente soffrendo per la sua insistente presenza. In particolare il fenomeno ha aggravato la siccità pluriennale sul Corno d'Africa, responsabile della grave crisi alimentare; ha portato piogge record in Australia mentre nel Sud America ha contribuito alle temperature sotto la media. Queste anomalie continueranno anche nei prossimi mesi. La persistenza del fenomeno sarà anche responsabile della siccità sull'Afghanistan ma un clima secco è atteso su gran parte del Medio Oriente. Un inverno piuttosto freddo è previsto tra Canada e Alaska occidentale e Russia centrale mentre poche piogge sono previste tra USA meridionali, Messico, Argentina e Brasile. Piogge sopra media invece sono attese su Africa meridionale, Indonesia con particolare riferimento a Vietnam, Filippine poi su Sri Lanka e India meridionale con l'aggravante di qualche sistema ciclonico tropicale sul Golfo del Bengala.
L'Enso per l'Europa è piuttosto controverso dal momento che c'è ampia variabilità sul settore euro atlantico. Si può però notare come ci sia un 'problema' con la Madden Julian Oscillation; in autunno la convezione tropicale della Madden Julian Oscillation (MJO) ha prevalso sul Pacifico occidentale (6-7) spingendosi anche oltre.
In genere durante la Nina, l'MJO rimane nelle fasi 5-6, per questo motivo si può ritenere come l'MJO abbia interferito fino ad ora in maniera 'distruttiva' con La Nina circa i pattern meteorologici. Cosa vuol dire? Se fosse stato un andamento tipico de La Nina ci saremmo trovati secondo questo tipo di schema proposto di seguito.
In realtà l'autunno mostra una situazione diversa fino a questo momento in Europa con un'anticiclone dominante ed una circolazione ciclonica in Atlantico.
Questa situazione potrebbe cambiare tra fine novembre e inizio dicembre quando l'MJO uscirebbe nelle fasi 5-6, fasi che gli competono maggiormente con La Nina
Questo è quello che il modello Ecmwf prevede per quel periodo in effetti. Staremo a vedere.
Spazio invece adesso ad una ripresa del flusso perturbato Atlantico che riporterà delle piovose perturbazioni sulla nostra Penisola.