28 marzo 2021
ore 14:26
di Carlo Migliore
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 Per tutti

L'impatto del riscaldamento globale sulla sopravvivenza del genere umano in alcune zone del pianeta potrebbe diventare drammatico tra soli 30 anni. Un team internazionale di ricercatori del Max Planck Institute è riuscito formulare delle previsioni con un livello di dettaglio senza precedenti per l'area mediorientale e nordafricana, creando ex novo un modello calibrato appositamente per quelle zone. I risultati sono a dir poco sconvolgenti secondo George Zittis del The Cyprus Institute, prima firma dello studio. 

Nella seconda metà del secolo emergeranno ondate di calore estreme che comporteranno temperature anche superiori ai 56°C in contesti urbani e che potranno durare per più settimane, abbastanza da mettere a repentaglio la vita umana e animale. Queste ondate di calore combinate con i fattori economici, politici, sociali e demografici regionali hanno un alto potenziale di causare una migrazione massiccia e forzata verso le regioni più fredde del nord. E' stato calcolato che il fenomeno potrebbe avere un impatto critico su almeno 600 milioni di persone.

Problemi molto simili anche per gli abitanti del subcontinente indiano. Un secondo studio, pubblicato su Geophysical Research Letters, stima che il livello di stress termico a cui saranno esposti gli abitanti di Pakistan, India e Bangladesh triplicherà rispetto ai valori di oggi anche se il riscaldamento globale viene mantenuto entro i 2°C, la soglia più alta dell'accordo di Parigi. Se invece si conterrà il riscladamento globale entro gli 1,5°C lo stress termico crescerà solo di una volta e mezza. Ma anche in questo secondo scenario, in molte aree dell'Asia meridionale le ondate di calore saranno tali da impedire lo svolgimento di lavori. Tra le zone interessate alcune delle maggiori regioni agricole indiane come il Bengala occidentale e l'Uttar Pradesh, e il Punjab in Pakistan. Centri urbani costieri come Calcutta, Karachi, Mumbai, Hyderabad e Peshawar saranno ugualmente colpiti.


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