23 giugno 2022
ore 17:28
di Lorenzo Badellino
tempo di lettura
1 minuto, 1 secondo
 Per tutti

Nel mese di maggio l'estensione del ghiaccio marino alle latitudini polari è risultata più bassa rispetto alla media trentennale che considera l'arco di tempo dal 1981 al 2010, un po' come sta accadendo frequentemente negli ultimi decenni. Tuttavia quest'anno la sua riduzione risulta più contenuta rispetto a quelli precedenti. Secondo le stime relative al mese di maggio l'estensione dei ghiacci artici è stata di 12,88 milioni di chilometri quadrati, inferiore alla media trentennale 1981-2010 ma la più alta dal 2013.

Le perdite più consistenti si sono avute nel Mare di Bering, nel Mare di Barents, nella baia di Baffin e nello stretto di Davis. Ad alimentare tali perdite sono state le cosiddette polinie, ovvero aree di mare non ghiacciate all'interno della banchisa, che hanno contribuito alla fusione del ghiaccio circostante.

Sull'Oceano Artico, alla quota di 925hPa, ovvero circa 750m, la temperatura si è mantenuta grosso modo in linea con le medie, ad eccezione delle aree corrispondenti alla costa del Mare di Kara, della Siberia orientale, del Mare della Groenlandia orientale e dell'arcipelago canadese, dove si sono registrati scarti tra 1 e 5°C superiori alla media, che hanno contribuito alla fusione del pack artico.


Seguici su Google News


Articoli correlati