28 febbraio 2023
ore 23:45
di Edoardo Ferrara
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 Per tutti
Siccità: al Nord situazione sempre più seria
Siccità: al Nord situazione sempre più seria

SICCITA' SEMPRE PIU' PREOCCUPANTE AL NORD, ALCUNI DATI - Ormai è chiaro a tutti che soprattutto il Nord Italia è afflitto da condizioni siccitose decisamente serie. Dal novembre del 2021 ad oggi infatti sono stati davvero pochi gli spunti piovosi significativi, da soli chiaramente non sufficienti a risolvere almeno parzialmente il problema. Condizioni siccitose hanno penalizzato talora anche il Centro, dove tuttavia non sono mancate anche concrete fasi piovose, mentre la situazione è meno seria al Sud, sebbene anche qui non manchino aree in deficit pluviometrico. Tornando al Nord, la situazione dei fiumi e dei laghi è decisamente grave, in larga parte in sofferenza e sotto i livelli idrometrici medi. Sul lago di Garda ad esempio l'isola dei Conigli è raggiungibile a piedi e in generale secondo le indagini dell'Osservatorio Anbi i grandi bacini naturali del Nord rimangono tutti sotto la media: il lago di Garda per l'appunto è riempito del 36% e risulta 50cm più basso rispetto alla media storica. Seguono a ruota il Lario (lago di Como) al 19.4% di riempimento e il Sebino (Iseo) addirittura al 16.4%. Nei seguenti video la situazione sul lago di Garda e sul Trebbia:

I livelli di molti fiumi sono quelli da piena estate, nonostante siamo a fine febbraio, è in diversi casi la situazione è molto critica: tra tutti spicca il Po che è diffusamente sotto lo zero idrometrico, con un picco di ben -7.45 metri a Cremona, mentre a Torino il deficit idrico del grande fiume arriva al -70%. Tra Piemonte e Lombardia in particolare le portate di fiumi sono anche peggiori rispetto alla situazione già anomala dell'anno scorso, con deficit anche di oltre il 70% per Tanaro e Sesia. In forte sofferenza, oltre a tutti i bacini piemontesi, pure Adda, Brembo, Adige e Piave. Contestualmente sulle Alpi c'è troppa poca neve, che garantisce un fondamentale serbatorio di approvigionamento in vista della fusione primaverile-estiva. Anche in questo caso le nevicate importanti sono state poche e spesso seguite da temperature ben oltre la media che ne hanno accelarato il processo di fusione. Secondo i dati del Centro internazionale per il monitoraggio ambientale (Cima foundation), a livello italiano la presenza di neve risulta inferiore del 45% rispetto alla media decennale 2011-2021: al Centrosud la neve in Appennino non è mancata, ma il successivo netto rialzo termico ha favorito una repentina fusione su gran parte dei settori. Se consideriamo le Alpi, come nelle attese, il deficit peggiora ulteriormente arrivando al -53%: sostanzalmente manca metà della neve che dovrebbe esserci, come di fatto accadeva anche l'anno scorso. Al momento dunque il 2023 sta replicando l'anomalia del 2022 ma con ulteriore aggravio di avere alle spalle un anno tanto siccitoso. A seguire il video dalla località di Nara, Canton Ticino, senza neve e con impianti chiusi, nonchè il grafico dell'andamento del volume di acqua-neve equivalente sulle Alpi in relazione alla media 2011-2021 (Fonte dati: CIMA RESEARCH FOUNDATION)

Il volume di acqua-neve equivalente sulle Alpi, con i raffronti tra l'anno attuale, passato e la media 2011-2021. Fonte dati CIMA RESEARCH FOUNDATION
Il volume di acqua-neve equivalente sulle Alpi, con i raffronti tra l'anno attuale, passato e la media 2011-2021. Fonte dati CIMA RESEARCH FOUNDATION

PERCHE' LE (EVENTUALI) PIOGGE PRIMAVERILI POTREBBERO NON BASTARE - Come abbiamo già avuto modo di discutere, le speranze di piogge significative sono riposte nella primavera, in particolare con lo stratwarming di marzo: si tratta dell'ultimo treno almeno per il Nord in vista della prossima stagione estiva. Tuttavia anche le eventuali piogge primaverili non sarebbero sufficienti a risolvere totalmente il problema siccità così radicato negli ultimi mesi: per loro natura infatti man mano che ci si avvicina alla stagione calda la pioggia assume più connotati convettivi che frontali: vale a dire che progressivamente le piogge sono a carico di rovesci e temporali e quindi intrinsecamente intense ma localizzate e distribuite in modo disomogeneo sul territorio (a differenza delle precipitazioni frontali, equamente distribuite come nel caso delle grandi perturbazioni atlantiche). Non solo, ma man mano che le temperature aumentano, aumenta anche la quota delle nevicate e quindi diminusce lo stoccaggio di neve in montagna, che come abbiamo visto costituisce un serbatoio fondamentale per il rilascio d'acqua successivo (oltre che fungere da coperta termica per i ghiacciai). Tornando alle piogge di tipo convettivo, ovvero a carico di rovesci e temporali, si aggiunge poi il rischio di eventi alluvionali o comunque di criticità idrogeologiche, in quanto un terreno arido fa ancora più fatica ad assorbire il carico d'acqua che dunque scorrerebbe in larga parte solo sulla superficie: troppa pioggia in poco tempo e in spazi ristretti serve a ben poco, anzi può amplificare i danni.

QUALI SONO LE 'PIOGGE MIGLIORI ' - Le grandi piogge che possono rimpinguare il bottino idrico sono in larga parte quelle del periodo autunnale, in particolare ottobre-novembre. In questo periodo infatti sono solitamente più attive le grandi perturbazioni atlantiche, ma soprattutto la neve che cade in alta montagna rimane poi 'stoccata' durante il periodo invernale, fungendo da coperta termica per i ghiacciai e rilasciando gradualmente l'acqua nel successivo periodo primaverile. Così dovrebbe essere, ma abbiamo visto che soprattutto negli ultimi due autunni e in particolare al Nord gran parte di questo è mancato: sia le grandi piogge, che temperature medie che permettessero una buona conservazione della (poca) neve caduta persino oltre i 2000m (al netto di eccezioni locali). Nel video di seguito la situazione a Domobianca, Piemonte:

COSA RISCHIAMO - Se anche in primavera non dovesse piovere in modo adeguato, si affronterebbe l'estate 2023 con forti criticità (ancora una volta soprattutto al Centronord, alla luce della situazione attuale). Al di la del maggiore rischio idrogeologico indotto da un terreno più secco, saremmo a forte rischio approvigionamento su vari livelli: agricolo (coltivazioni), energetico (centrali idroelettriche) e privato (uso d'acqua domestico). Già la scorsa estate è stato necessario adottare scelte di razionamento dell'acqua su diversi comuni del Nord Italia, ma quest'anno potrebbe essere peggio. Dobbiamo dunque fortemente sperare in una primavera piovosa. 

SPRECHI, COSCIENZA COLLETTIVA, COMPORTAMENTI VIRTUOSI - A tutto quanto detto sopra va aggiunto che la rete idrica nazionale è in condizioni decisamente vecchie e logore su ampi tratti, con elevati sprechi d'acqua. Ad esempio, secondo i dati Istat, nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi d'acqua ogni giorno per ogni km di rete nei capoluoghi di provincia: vale a dire che è stato perso ben il 36% di acqua immessa in rete! Sempre secondo l'Istat al ritmo attuale per sostituire l'intera rete idrica ci vorrebbero circa 250 anni. Di fatto il 60% degli acquedotti italiani ha più di 30 anni e il 25% persino più di 50 anni. 

Se c'è un solo lato positivo delle forti anomalie che hanno caratterizzato gli ultimi mesi è quello di aver sensibilizzato l'opinione pubblica, con molti di noi che hanno per così dire 'toccato con mano' il problema. Tutto questo, se già prima non fosse bastato, dovrebbe esserci da monito sul fatto che le risorse come acqua ed energia sono beni preziosi, e darli per scontati è un grosso errore. Ne va dunque evitato l'uso indiscriminato, adottando comportamenti virtuosi e consapevoli a tutti i livelli, dalla classe politica/dirigenziale al singolo cittadino. Tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa, a partire dall'uso dell'acqua in casa: in questo articolo alcuni consigli su come risparmiarla. 

BASSA MAREA DI QUESTI GIORNI, LA SICCITA' NON C'ENTRA - La bassa marea in alcuni casi eccezionale che si sta registrando in questi giorni su diverse aree d'Italia non ha invece nulla a che vedere con la siccità. Le cause sono ascrivibili a una particolare azione congiunta tra maree astronomiche e l'effetto di schiacciamento della superficie marina indotta dall'alta pressione. In questo articolo tutti i dettagli. Di seguito la notevole bassa marea che ha coinvolto Venezia domenica scorsa


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