31 gennaio 2022
ore 14:49
di Carlo Migliore
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 Per tutti

150 MILIARDI DI TONNELLATE DI ACQUA DOLCE FINITE NELL'OCEANO - Ne iniziammo a parlare già alla fine del 2016 quando una gigantesca frattura lunga più di 200km si aprì nel ghiaccio antartico della piattaforma Larsen C, poi lo abbiamo seguito nel 2017 quando si delineò con maggiore precisione la sua grandezza, ben 5800 km quadrati, poco più grande della regione Liguria. Allora non si sapeva quando ma era certo che una volta distaccatosi dalla piattaforma il gigantesco iceberg avrebbe avuto un destino segnato. Ha retto ancora un po' nel 2018 poi nel dicembre del 2019 ha preso definitivamente la via del largo spostandosi in direzione nord verso l'isola della Georgia del Sud. Ha impiegato quasi un anno prima di raggiungere le acque meridionali della Georgia dove ha resistito un altro anno intero pur diminuendo di grandezza ma mantenendosi integro. Solo alla fine del 2020 raggiungendo acque meno gelide e più tempestose ha iniziato a frammentarsi.

Dapprima in due pezzi poi a febbraio 2021 in diversi frammenti. Da quel momento sono passati solo due mesi perché si frammentasse in centinaia di piccoli pezzi ad Aprile. Ed a quel punto non costituendo più alcun pericolo per le rotte navali e gli ecosistemi delle isole, non è più stato monitorato. Si ritiene che si sia sciolto completamente entro maggio del 2021.

Lo scioglimento di A68 ha comportato l'immissione nell'oceano di una enorme quantità di acqua dolce. Più di 150 miliardi di tonnellate, l'equivalente di 60 milioni di piscine olimpioniche, il fabbisogno annuale di acqua di una citta  grossa come Londra o come Parigi. Ma a spaventare non devono essere solo queste cifre ma la velocità con cui si è sciolto, dopo aver resistito per anni nelle gelide acque dell'oceano artico ha impiegato poco più di tre mesi per disintegrarsi completamente nei pressi della Georgia del Sud. 


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