11 luglio 2021
ore 13:43
di Carlo Migliore
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 Per tutti

Camminare sulle spiagge e gli scogli del litorale ed imbattersi in una distesa infinita di piccole creature marine morte e maleodoranti, non è stato certamente un bello spettacolo per il Prof. Christopher Harley, biologo dell'Università della British Columbia ma questo è stato l'effetto dirompente dell'intensa ondata di caldo che ha interessato il Canada Nord orientale nella scorsa settimana e che ha provocato anche la morte di circa 500 persone. Le temperature che sono arrivate a toccare anche i 40°C lungo i litorali sabbiosi e persino di più lungo quelli  rocciosi, sono state drammaticamente letali per tutte quelle specie che vivono in prossimità della costa o nella zona intertidale nei pressi quindi della superficie. Mitili, Ostriche, Stelle Marine, Ricci e piccoli crostacei non hanno avuto scampo e sono morti. Da un calcolo approssimativo l'ordine di grandezza delle creature che hanno perso la vita potrebbe essere vicino al miliardo. Eventi simili avevano già interessato nelle estati degli anni passati le coste degli Usa, soprattutto quelle californiane.

Le catastrofi ambientali marine sono solitamente associate all'inquinamento delle acque per gli incidenti petroliferi, ma questa volta la morte è arrivata dal clima, qualcosa a cui non si può mai essere pronti e a cui non si dovrebbe mai essere preparati. Forse ricorderete l'eccezionale ondata di freddo che ha colpito il Texas nel mese di Febbraio per la quale hanno rischiato di perdere la vita migliaia di tartarughe marine, tratte poi in salvo sulla terraferma dagli ambientalisti. Sono le due facce della stesse medaglia, il clima estremo ormai uccide in un senso e nell'altro e mette in gravissimo pericolo interi ecosistemi da cui dipende anche la nostra vita.


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