12 agosto 2021
ore 14:41
di Carlo Migliore
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 Per tutti

GIUGN0 2021 UN NUOVO RECORD: nel calcolo delle anomalie rispetto alla temperatura media globale, normalmente si tiene conto di tre superfici, quella delle terre emerse, quella oceanica e quella totale oceani più terre emerse. Se si tiene conto della sola superficie delle terre emerse, il mese di giugno 2021 è risultato essere il più caldo di sempre con un aumento di +1.42°C sulla media dal 1901 al 2000 che è di 15.5°C. Se invece si tiene conto della sola superficie oceanica l'aumento è stato di +0.68°C sulla media secolare, il 6° più caldo di sempre. Considerando la superficie terre emerse più oceani si arriva invece ad un aumento di +0.88°C sulla media che lo pone al 5° posto tra i mesi di giugno più caldi di sempre. Come mai cosi caldo sulle terre emerse? Secondo le analisi del NOAA l'aumento di temperatura totale delle superfici continentali è stato largamente influenzato dalle anomalie positive elevate registrate nell'emisfero settentrionale e probabilmente lo ricorderete, parliamo del caldo anomalo che è stato registrato alle alte latitudini tra Nord America, Scandinavia, Siberia e Russia

OGNI CONTINENTE HA LE SUE ANOMALIE - Naturalmente questi valori di anomalia sono valori medi a cui ogni continente contribuisce in modo più o meno significativo. Se andiamo ad analizzare nel dettaglio la situazione a livello continentale troviamo delle altre sorprese. L'africa, se teniamo conto della somma terre più oceano si attesta prima in classica con l'anomalia più alta di sempre, stessa cosa il Nord America mentre per Asia ed Europa il mese di giugno 2021 è stato il 2° più alto di sempre (il record appartiene al 2019). La situazione è diversa nell'emisfero meridionale dove le posizioni sono nettamente più basse in classifica, 33° più caldo di sempre per l'Oceania, 18° più caldo di sempre per il Sud America

Le anomalie positive eccezionali per il nord emisfero hanno avuto un impatto significativo anche sulla fusione dei ghiacci artici con ben 405mila miglia quadrate di ghiaccio in meno rispetto alla media 1981-2010.


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