29 ottobre 2022
ore 14:44
di Lorenzo Badellino
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 Per tutti

4 anni fa la devastante tempesta Vaia si abbatte sull'Italia - Indimenticabile la pesantissima ondata di maltempo che quattro anni fa, il 29 ottobre 2022, si abbattè con particolare violenza sull'Italia. Un intenso e profondo ciclone si formò sul Mediterraneo centrale in seguito al massiccio affondo di aria fredda dalla Scandinavia sul Mediterraneo centro-occidentale, con minimo di pressione di ben 979hPa intorno alla Corsica in successiva risalita sul Nordovest. La perturbazione ad esso collegata sferzò praticamente tutta Italia provocando diffuse situazioni alluvionali e ben 12 vittime.

Cosa è accaduto? Il ciclone, oltre che da ingenti precipitazioni, spiccò per il vento forte ad esso associato, che spazzò tutta la Penisola con raffiche tempestose, in alcuni casi proprio da uragano. In Liguria l'anemometro di Marina di Loano registrò una punta di 180km/h mentre a Follonica in Toscana venne rilevata una raffica di 171 km/h. Il vortice, formatosi a sud delle Baleari, si approfondì sensibilmente quanto rapidamente a causa di un potente Jet streak, ovvero un intenso forte vento in quota che soffia oltre i 10mila metri di quota e che si associa in genere alle perturbazioni. Tale vento in quota funziona come una sorta di aspiratore; risucchia l'aria dal basso e crea una calo della pressione al suolo. Per compensare il vuoto nei bassi strati i venti spirano verso il centro della depressione, tanto più più forti quanto velocemente è avvenuta la diminuzione della pressione. Questo vento si chiama vento isallobarico e si somma al vento generato dalla differenza di pressione tra un punto ed un altro.

A Roma più di 200 interventi da parte dei Vigili del Fuoco per gli alberi e i pali della luce caduti per i fortissimi venti, fino a 100km/h in centro città. Si sfiorò la tragedia a Piazza Vettore per un grosso pino caduto su alcune auto, per fortuna senza conducenti. A Terracina il forte vento sradicò decine di alberi di grandi dimensioni, devastando interi quartieri. Anche a Milano i venti hanno raggiunsero 100km/h; molti danni per gli alberi abbattuti ed alcuni feriti. A Napoli disagi e criticità, le raffiche fino a 120km/h costrinsero alla chiusura del Porto e dei collegamenti con le Isole. Difficoltà anche all'Aeroporto di Capodichino, sia in decollo che in atterraggio numerosi aerei ebbero problemi, così come in tanti altri aeroporti. In centro città le forti raffiche di vento divelsero cartelloni, alberi e pali con caduta di cornicioni.

Forti venti anche sulla Liguria con pesanti mareggiate che lasciarono il segno sulle coste, in molti casi devastandole. Forti venti anche sull'Alto adriatico con eccezionale acqua alta sulla Laguna di Venezia fino a 160cm (la quarta più alta di sempre da quando sono cominciati i rilevamenti nel 1923), tanto che fu evacuata Piazza San Marco. Piogge alluvionali in Veneto e Trentino Alto Adige con esondazioni, frane, smottamenti, interi paesi devastati ed anche vittime.

Sulle Alpi i venti raggiunsero picchi ancora più elevati, prossimi ai 200km/h in particolare sulle Dolomiti e in generale sul Bellunese, letteralmente devastati dalla potenza del vento: distese di boschi completamente spazzati dalla furia della tempesta, con centinaia di alberi abbattuti.

In questo video la disastrosa mareggiata che ha colpito Rapallo (GE):

In molti casi i venti si sono associati alle piogge, intense, alluvionali che hanno imperversato soprattutto sulle regioni settentrionali ma non solo. Nell'arco di due giorni gli accumuli raggiunti sulle zone alpine e prealpine di Lombardia e Veneto superarono talora i 400-450mm, nel Bellunese persino i 500mm. Proprio nel Bellunese la situazione è stata particolarmente critica a causa degli smottamenti, nottata al buio per 110mila persone rimaste senza corrente. Stessa situazione per 40mila persone in Toscana. In Friuli crollò un ponte sul torrente Degano, lungo la SS 465. Ci furono poi le piene dei fiumi Adige, Piave, Tagliamento, Brenta, Isonzo oltre a quelle del Brembo, Avisio, Brenta e Levico. Il Piave raggiunse i 9.44metri a Ponte di Piave; una piena seconda solo a quella del 1966. 

Possiamo affermare senza timore di essere smentiti o di aver fatto sensazionalismo che gli effetti sul territorio sono stati pari a quelli di un uragano tropicale di categoria 2. In Liguria l'anemometro di Marina di Loano registrò una punta di 180km/h. I venti tempestosi hanno reso i mari grossi o molto grossi con criticità in tutti i principali porti. Le mareggiate invasero ristoranti, edifici, linee ferroviarie come a Genova e costretto alla chiusura dei collegamenti con le isole Maggiori e degli arcipelaghi. Il vento forte flagellò anche la Corsica con valori record fino a 189 km/h a Capo Pertusato.

L'enorme quantità di pioggia caduta in pianura fu stata neve sulle Alpi ma alle quote più elevate, fino a 2 metri di neve fresca.


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